ROMA - Il segno capace di innovare la storia della grafica d'arte novecentesca, l'urgenza di superare il virtuosismo tecnico attraverso la poesia, l'approccio all'incisione come luogo di sperimentazione per creare sul foglio apparizioni fugaci, aggraziate e pittoriche: a Luigi Bertolini (Cupramontana, 1892 - Roma, 1963), tra i maggiori incisori italiani del secolo scorso, l'Accademia di Belle Arti di Roma dedica un progetto espositivo in programma dal 28 marzo fino al 16 aprile nell'Aula Colleoni. Dal titolo "Luigi Bertolini. Linee di libertà, Incisioni 1915-1936", la mostra è a cura di Giuseppe Modica in collaborazione con Luciana Bartolini, figlia dell'artista. Nel percorso, articolato per temi e cronologicamente, sono esposte 23 incisioni in cui si documenta la conquista da parte di Bartolini di un linguaggio originale e indipendente, con particolare attenzione alla sua capacità di andare oltre l'eredità simbolista, il paesaggismo accademico, l'influenza realista e le avanguardie.
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