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De Finibus Terrae: il dramma della Xilella in una mostra a Strasburgo

STRASBURGO - La Galleria Emilio Colombo del Parlamento Europeo di Strasburgo – in occasione della sessione plenaria che vedrà presenti tutti i 751 deputati europarlamentari – ospiterà dal 15 al 18 aprile 2019 la mostra De Finibus Terrae, progetto fotografico realizzato da Bruna Rotunno e Fabian Albertini.

La mostra è patrocinata dall’onorevole Raffaele Fitto, salentino, vice presidente del gruppo ECR al Parlamento Europeo, per dare voce in Europa a un problema che sta devastando il territorio pugliese.

Il Salento è una terra antica popolata da milioni di ulivi secolari.
Questi paesaggi ne caratterizzano l’identità, profondamente connessa con il territorio e i suoi abitanti. Con il progetto De Finibus Terrae Bruna Rotunno e Fabian Albertini hanno voluto raccontare il cambiamento radicale avvenuto dal 2013 a oggi in seguito all’arrivo della Xylella, un batterio artefice del progressivo disseccamento dell’albero di ulivo. Come spesso testimoniato in questi anni dai fatti di cronaca, la Xylella in circa sei anni ha causato la morte di decine di migliaia di ulivi secolari e ha trasformato completamente il territorio del Salento, annullando l’identità stessa di questa terra e della gente. In mostra sono esposte 24 fotografie, tutte stampate su Luster e montate su Di-bond.

Bruna Rotunno vive in Salento da 10 anni e ha assistito a questo evento apocalittico, vedendo morire progressivamente i suoi stessi ulivi secolari. Gran parte della ricerca artistica che sviluppa nei suoi progetti fotografici è legata al rapporto con la Natura e alla rappresentazione della componente antropomorfica in essa presente.
Fabian Albertini nei suoi progetti artistici indaga la complessità della relazione tra uomo e natura, si concentra sulla riflessione, mettendo in discussione la normale percezione, creando domande sul nostro modo di vedere, comprendere o interpretare.
Le due artiste, sensibilmente toccate dal disastro ambientale che partendo dal Salento si è esteso oggi a tutta la Puglia, hanno deciso nel 2016 di iniziare a collaborare per realizzare un unico progetto che – grazie alla doppia voce narrativa – presentasse in maniera artistica, ma altrettanto concreta e reale, la situazione attuale. Ognuna di loro, con una propria interpretazione, intende sensibilizzare l’opinione pubblica e portare alla luce una tragedia che rischia di annientare la cultura legata agli ulivi e di coinvolgere l’intera area mediterranea.

«Abbiamo utilizzato diversi tipi di tecniche che passano dalla fotografia analogica a quella digitale, dal video all’installazione. Le nostre fotografie sono testimonianze, sono tracce della nostra consapevolezza. Volutamente le nostre immagini sono presentate come un corpo unico, laddove la nostra coscienza artistica si incrocia e si sovrappone costantemente. Attraverso l’astrazione dal contesto reale, ridiamo vita a tronchi carbonizzati, trasformandoli in sculture immortali».

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