Lunedì 23 Dicembre 2024

Turismo, in Sicilia cresce il numero delle strutture extra alberghiere: +35% negli ultimi 5 anni

Vecchi fari e grotte trasformate in case vacanza, dimore di design, case sull'albero, campeggi, agriturismi, castelli, abbazie, case rurali, rifugi, baite e persino barche ormeggiate nella nuova formula "boat and breakfast". Negli ultimi 5 anni le tipologie dell’extralberghiero in Sicilia si sono moltiplicate in maniera esponenziale, passando da 20 ad 80 e consentendo a chi visita l’Isola di sperimentare soggiorni ed esperienze sempre nuove. Un comparto che conta quasi 6.000 strutture e che nel 2017 ha prodotto 120 milioni di euro. Il quadro emerge dal rapporto Otie - Osservatorio sul turismo delle economie delle Isole, presentato a Bagheria in occasione dell’apertura della IV Bte, la Borsa del Turismo Extralberghiero ideata da Confesercenti Sicilia e co-organizzata dall’Assessorato Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo e, quest’anno, anche dal Comune di Bagheria. Commissionato da Confesercenti Sicilia per monitorare in maniera costante l’andamento del settore e compararne lo sviluppo regionale con quanto accade nelle altre grandi Isole europee, lo studio Otie evidenzia un trend più che positivo: negli ultimi 5 anni sull'Isola il numero di strutture extra alberghiere è cresciuto del 35%, gli arrivi legati all’extralberghiero del 50%, e le presenze, ovvero i pernottamenti, del 30%. "Il raffronto con le altre isole europee mostra chiaramente che la Sicilia ha ancora grandi margini di crescita in termini di notti da vendere - dice il presidente dell’Otie, Giovanni Ruggieri - Al contrario di quanto accade in altre realtà insulari come ad esempio le Canarie, la Sicilia può e deve fare di più sotto il profilo dell’offerta di eventi nel corso dell’anno, così da fare tornare i turisti più di una volta per vivere esperienze diverse". "Lo sviluppo dell’extralberghiero - dice Vittorio Messina, presidente di Confesercenti Sicilia e di Assoturismo nazionale - consente di ampliare l’offerta turistica. I numeri ci dicono che hotel e strutture extralberghiere possono convivere e crescere insieme per una migliore qualità dei servizi rispetto a clientele differenti e ad un turismo che oggi chiede di toccare con mano l'identità e la peculiarità di un territorio e non si accontenta più del tour per i monumenti". "La riqualificazione dell’extra alberghiero - aggiunge Messina - amplia sempre più l’offerta ricettiva anche attraverso la valorizzazione di dimore storiche che meglio rappresentano il patrimonio culturale del territorio". In termini di quantità di strutture extralberghiere la Sicilia è seconda solo alle Isole dell’Egeo Meridionale: 7.370 strutture sparse tra gli arcipelaghi delle Cicladi e del Dodecaneso. La regione, isole minori comprese, conta infatti 5.836 strutture extralberghiere, più che la Sardegna (4.323). Egeo Meridionale, Sicilia e Sardegna, sommano insieme il 60% delle realtà extralberghiere di tutte le isole europee. In numero assoluto di strutture, l’accoglienza alternativa alla formula dell’hotellerie rappresenta l’82% dell’offerta totale. La percentuale cambia radicalmente però se si guarda al numero di posti letto (10% dell’offerta) per le modeste dimensioni di B&B e delle altre tipologie di accoglienza raggruppate nell’extralberghiero. Secondo il rapporto Otie, realizzato su dati Eurostat 2018, sono state 3 milioni 174 mila i turisti le notti vendute nell’extralberghiero nel 2017. Andando nel dettaglio, è Palermo la provincia in cui si concentra il maggior numero di strutture (17%). Seguono Messina e Catania (16%). In fatto di numero di posti letto, lo scettro spetta invece a Messina (21%), seguita da Trapani (17%) e Palermo (15%).

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