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Frassica testimonial
contro il fumo

Nino Frassica è il testimonial della nuova campagna del Ministero della Salute contro il tabagismo diffusa attraverso Youtube e  sulle principali emittenti televisive e radiofoniche nazionali.   L’umorismo surreale dell’attore messinese,  la sua parlata verace, il suo look iconografico danno voce  al tormentone “Ma che sei scemo?” in uno spot pensato anche per i social network con l’obiettivo di rendere la campagna virale (attraverso meme, hashtag, etc.). Un “passaparola” che, si spera, possa essere ripreso da altri personaggi-testimonial con un meccanismo a staffetta simile a quello dell’Ice Bucket Challenge. 

“Ma che sei scemo?” non è solo una campagna contro il fumo ma anche un modo per dire no ad altri comportamenti non salutari o comunque non corretti (come non indossare il casco quando si va sulla moto). Questo abbinamento, secondo i promotori, non rischia di offuscare il tema della campagna ma, al contrario, lo rafforza. 

Sono previsti uno spot video e uno radiofonico (entrambi della durata di 30”) per ciascuno dei quali sono stati realizzati quattro soggetti differenti: donne in gravidanza fumatrici attive;  fumo passivo sui bambini; giovani e dissuasione dall’iniziazione al fumo; donne fumatrici attive.  L’ultimo “episodio” rappresenta una sorta di conclusione ideale in un percorso narrativo che intende creare nello “spettatore” un meccanismo di attesa simile a quello di una mini webseries.

Nata da un’idea di Nino Frassica, la campagna è stata sviluppata e scritta da Christian Bisceglia che ne ha curato anche la regia insieme con Ascanio Malgarini. Gli altri interpreti sono Antonio Alveario, Melania Maccaferri, Clemente Pernarella, Cinzia Scaglione e gli studenti della Bottega degli Errori. La voce “istituzionale” fuori campo è di Clemente Pernarella.

In Italia, secondo gli ultimi dati, su 52,3 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni, i fumatori sono circa 10,3 milioni (19.5%) di cui 6,2 milioni di uomini (24,5%) e 4,1 milioni di donne (14,8%).  E’ quanto mai necessario, quindi, responsabilizzare direttamente i fumatori alla cura della propria salute e di quella di chi gli sta vicino (in particolare a tutela dei bambini contro il fumo passivo).  

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