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Retata di mafia a Palermo, il boss intercettato: chi non rispetta le regole è fuori

"Si è fatta comunque una bella cosa.. per me è una bella cosa questa.. molto seria... molto...con bella gente.. bella! grande! gente di paese.. gente vecchi gente di ovunque". Così il boss di Villabate Francesco Colletti, fermato oggi dalla dda di Palermo nell'ambito dell'inchiesta Cupola 2.0, non sapendo di essere intercettato parlava della rinata commissione provinciale di Cosa nostra, ricostituita dopo la morte del capomafia Totò Riina.

Colletti raccontava ai suoi interlocutori che, durante la riunione del 29 maggio con gli altri capi dei clan, era stato stabilito che i contatti "intermandamentali" dovevano essere mantenuti esclusivamente dai reggenti per cui, in caso di problemi sorti all'interno di un mandamento, non potevano in alcun modo intervenire uomini d'onore appartenenti ad altra zona.

"E una regola proprio la prima!... nessuno è autorizzato a poter parlare dentro la casa degli altri... siccome c'è un referente..", diceva.

Chi avesse violato la "norma" sarebbe stato allontanato dalla propria "famiglia" di appartenenza. "Dice basta che tu mi vieni qua da me e mi dici 'lo sai è venuto uno ed è venuto a fare discorsi a Villabate... appena finiamo viene convocato... dal suo...e viene messo fuori perché ci spieghiamo le regole e non le vogliono capire... e allora prendiamo e lo mettiamo fuori subito".

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