Calci, pugni, spintoni verso un ragazzo di 21 anni in centro a Vittoria, nel ragusano. Il motivo? L'orientamento sessuale del ragazzo: una vera e propria aggressione omofoba. E non è stata l'unica volta. La polizia di Stato - Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – ha concluso le attività d’indagine a carico di un branco di giovani vittoriesi che in due distinte occasioni hanno aggredito, per futili motivi e per ragioni connesse all’omofobia, alcuni ragazzi. Contestati i reati di minacce e lesioni aggravate in concorso. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica per i Minorenni che ha delegato la Polizia di Stato ad espletare diverse attività di Polizia Giudiziaria.
Il 14 dicembre 2018, nella centralissima via Cavour a Vittoria, un gruppo di giovani, tutti minorenni, ha aggredito e minacciato gravemente un ragazzo di 21 anni, il tutto per via del suo orientamento sessuale. Il giovane è stato seguito, braccato come una preda dal branco, insultato e subito dopo aggredito con calci e pugni. In quella occasione un cittadino vittoriese che gestisce una pizzeria in centro ha evitato il peggio prendendo le difese della vittima mettendo in fuga il branco.
Il 17 di dicembre, sempre in via Cavour, tre giovani sono stati ricevuti al comune di Vittoria proprio per affrontare la questione dell'aggressione omofoba con le istituzioni. Usciti dal palazzo comunale, i tre ragazzi sono stati aggrediti da un gruppo ancora più consistente di vittoriesi, quasi tutti minorenni. Facevano parte del branco anche i 4 ragazzi che 3 giorni prima avevano aggredito l’altro giovane. Anche in questa occasione le tre vittime sono state aggredite per futili motivi e con l’aggravante dell’omofobia. Proprio l’essersi recati in comune per ricevere la solidarietà da parte della Commissione prefettizia ha fatto scattare l’aggressione del branco.
Gli uffici investigativi della Polizia di Stato, subito dopo i gravissimi fatti denunciati dalle vittime, ha dato avvio ad un’intensa attività d’indagine per risalire all’identità dei giovani. La Squadra Mobile ed il Commissariato di Vittoria non hanno impiegato molto tempo per individuare i responsabili dei due fatti reato. Oltre ad avere analizzato le immagini degli impianti di videosorveglianza, è stata fondamentale la conoscenza del territorio e delle persone che frequentano le zone del centro storico di Vittoria. Quasi tutti i denunciati erano già conosciuti dalla polizia e questo ha permesso una rapida individuazione degli indagati.
Dopo aver riconosciuto gli autori del reato, gli investigatori hanno convocato le vittime negli uffici della polizia per il riconoscimento. Imprescindibile anche in questo caso, la collaborazione delle vittime che con l’aiuto degli agenti hanno riconosciuto gli autori del reato.
Tutte le vittime hanno raccontato agli agenti ogni particolare dell’aggressione e soprattutto quei terribili insulti omofobi al loro indirizzo, insulti gratuiti, calci e pugni dettati solo dall’omofobia e per nessun altra causa, ad esempio vecchi rancori o litigi scaturiti pochi attimi prima della violenza.
Quanto raccontato dalle vittime ha trovato riscontro nelle immagini di videosorveglianza. I giovani in un’occasione hanno seguito la vittima provocandola - insulti, spinte - fino a quanto uno di loro non ha sferrato un primo calcio, poi la difesa, una spinta per allontanarli e quindi la ferocia da parte di tutti gli aggressori, calci e pugni fino all’intervento del cittadino e subito dopo della polizia.
La Procura della Repubblica per i Minorenni di Catania, competente anche per la provincia di Ragusa, ha delegato diverse attività agli uffici investigativi iblei che prontamente hanno eseguito. Tra le attività svolte, anche gli interrogatori degli indagati, durante i quali alcuni dei giovani indagati, scoppiati in lacrime hanno ammesso le loro responsabilità, anche perché esortati dai genitori indignati per ciò che avevano commesso i figli.
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