«E' stata una prova difficile, grazie al cielo e ai medici del san Raffaele ho superato quella che considero la prova forse più pericolosa della mia vita». Lo ha detto Silvio Berlusconi uscendo dall’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato per una polmonite bilaterale da coronavirus. Silvio Berlusconi, uscendo dal San Raffaele di Milano, ha ringraziato della vicinanza ricevuta da parte di «tanti rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal presidente Mattarella, e anche da moltissimi cittadini estranei alla politica. Da tanti sostenitori ma anche da tanti avversari politici». «Rivolgo un grazie dal profondo del cuore a tutti coloro che mi hanno manifestato la loro vicinanza, partecipazione e il loro affetto. La mia famiglia, gli amici ma - ha aggiunto Berlusconi - anche moltissime persone che non conosco personalmente. Tanti sostenitori ma anche tanti avversari politici. Tanti rappresentanti delle istituzioni a cominciare dal Presidente Mattarella e moltissimi cittadini estranei dalla politica». «Il professor Clementi del San Raffaele ha studiato il mio tampone ed è rimasto sorpreso dall’entità della carica virale, la più alta delle decine di migliaia osservate al San Raffaele. Fortunatamente quando me lo hanno comunicato ero già nella fase di recupero da una polmonite bilaterale che mi rendeva tra i soggetti più a rischio». «Prima di ammalarmi avevo lanciato il mio appello a non sottovalutare il pericolo e a mantenere alta la soglia d’attenzione, rispettando rigorosamente le regole e le prescrizioni sanitarie. Questo è un dovere verso noi stessi, ma anche verso la collettività. Ho provato in prima persona che fino a quando la circolazione di questo virus non sarà debellata, ognuno è esposto al rischio di essere contagiato e di contagiare gli altri. Questo è tanto più grave per le persone fragili per età e condizioni di salute. Per questo rinnovo a tutti l’appello alla massima responsabilità personale e sociale. Il mio pensiero va alle persone malate di Covid e alle loro famiglie. Ho condiviso l’angoscia e la sofferenza di chi sta male, dei famigliari di chi ha perduto una persona cara. Il mio pensiero va ai medici e al personale sanitario in prima linea. Il mio pensiero va naturalmente anche ai medici e al personale sanitario e alle loro famiglie che hanno combattuto questo morbo che è davvero pericoloso. Molti di loro hanno dato addirittura la vita e comunque tutti si sono esposti al contagio per fare il loro dovere fino in fondo, salvando tante vite umane. Rinnovo a tutti un un appello alla responsabilità personale». L’ex premier ha ricordato di avere lanciato «nelle scorse settimane, prima di ammalarmi, numerosi appelli a non sottovalutare il pericolo e a mantenere alta la soglia di attenzione, a riprendere dopo le vacanze la vita quotidiana rispettando rigorosamente le regole e le prescrizioni sanitarie».