"La criticità per la Calabria nasce da Rt elevato a 1.84 , questo vuol dire che anche se in questo momento non c'è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a pensare che c'è un aumento della trasmissione in atto e quindi ci potrebbe essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe essere occupazione delle terapie intensive superiore al 50%". Lo ha detto il direttore Prevenzione Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero della Salute. precisando che per queste ragioni la Calabria è in zona rossa. «Non c'è ora eccesso di casi ma c'è un trend che va verso la criticità, ma nel giro di 2 settimane situazione può rientrare», ha aggiunto.
«Non abbiamo dati aggiornati, la cabina di regia li produce su base settimanale, saranno prodotti nelle prossime 48 ore». Così il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, aprendo il punto stampa al ministero sui dati della cabina di regia regionale da cui derivano le decisioni sulle «fasce» di rischio regionali. «L' aggiornamento dei nuovi dati avverrà nelle prossime ore. Il percorso è condiviso e vede attori le regioni, il Cts, il ministero».
«Siamo alla 24esima settimana di monitoraggio, dal 4 maggio lavoriamo in pieno accordo con le regioni alla cabina di regia per il monitoraggio dell’andamento dell’epidemia». Ha aggiunto Brusaferro. «Ci sono una serie di strumenti - ha ricordato Brusaferro - che ci aiutano a capire come affrontare il rischio. Il primo, normato con un decreto del ministero della Salute del 30 aprile, viene istituita la cabina di regia, che fa capo al ministero, per collezionare ed elaborare una valutazione del rischio su base settimanale. E ci dà un’indicazione abbastanza precisa di come viaggia il virus. Il flusso di questi indicatori viene generato nei servizi sanitari regionali e inviato a Iss e ministero, quindi vengono assemblati i dati e vengono poi valutati secondo una dimensione del rischio. Questo viene fatto su base settimanale - ha aggiunto - in stretta collaborazione tra regioni, iss e ministero. In cabina di regia peraltro ci sono anche 3 rappresentanti delle regioni, da Lombardia, Umbria e Campania».
«Oggi siamo in una fase di transizione in cui ci sono delle ricrescite e bisogna intervenire per riportare la curva in una fase piu controllata. C'è stata una prima fase in cui abbiamo modellato la curva, una seconda in cui la curva è stata decrescente ed è rimasta tale per molto tempo, poi ci sono le fasi successive che ci aspettano nel futuro. Oggi siamo in una fase di transizione e modulazione, in cui ci sono delle ricrescite in cui bisogna per controllare la diffusione, riportandola a valori più controllabili o a velocità più controllata, in modo tale da poter affrontare i prossimi mesi in attesa di poterci collocare nella fase 3».
Il criterio di valutazione del rischio delle regioni «è la combinazione di scenari di rischio che noi definiamo per decidere le misure, che non dobbiamo inventarci ma vengono definite nei documenti che abbiamo prodotto. Su questa base lo scenario dei giorni scorsi ha classificato un’Italia con alcune regioni a rischio alto, e alcune di queste hanno un problema di stabilità del dato, altre a rischio moderato. Su questa base ogni regione ha condiviso questo tipo di valutazione e, come avvenuto in tutte queste settimane, ha ricevuto dal ministero una valutazione degli indicatori».
Alcune regioni, soprattutto quelle a rischio più alto, «hanno un problema di stabilità del dato», per via delle difficoltà «nella raccolta dei dati».
«Ci sono regioni come la Val d’Aosta - ha spiegato - che hanno difficoltà a raccogliere dati per un periodo consistente, il che porta secondo l’algoritmo definito a un rischio alto».
«Non diamo voti alle regioni, lo spirito tecnico scientifico è di supporto, capire dove si sta andando, la rotta da percorrere, non è una valutazione di nessun tipo. La finalità di questo sistema è dare strumenti per prevenire un’evoluzione in senso sfavorevole». Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al punto stampa al ministero della Salute sull'analisi dei dati della cabina di regia regionale
«Si lavora su indicatori come incidenza, Rt, occupazione posti letto: se c'è un regione con apparentemente pochi casi e ha alta occupazione terapie intensive, quella è una regione in sofferenza. Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza». Lo ha detto il direttore Prevenzione del dicastero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa di oggi al ministero.
Dopo 14 giorni ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse. Inoltre il sistema non è così rigido e c'è la possibilita di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa. Ha detto Rezza. «La Campania in fascia gialla? Ha molti casi ma ha un Rt molto più basso per esempio di Lombardia o Calabria. Perchè evidentemente la trasmissione è molto aumentata nelle scorse settimane ma adesso si è in qualche modo stabilizzata, per cui c'è un Rt non particolarmente elevata. Evidentemente le ordinanze regionali possono avere avuto un certo effetto sulla trasmissione».
«E' basilare la collaborazione con le regioni, che sono rappresentate in cabina di regia. Tre membri sono nominati dalla Stato-Regioni. C'è un dialogo costante, poi non è la cabina di regia che decide, decide la politica. Tutte le valutazioni tecniche che vengono effettuate vengono condivise dai rappresentanti delle Regioni». Ha detto Rezza. "Naturalmente - ha aggiunto - è sempre auspicabile un contatto sempre più diretto, non solo a livello di gestione dei dati ma globalmente, con i rappresentanti con le regioni per discutere delle valutazioni della cabina di regia».
«Escluderei il dolo delle regioni» a fronte del fatto che i dati non sono completi. «C'è stato un grande aumento dei casi nelle ultime settimane con rapida crescita e questo mette in difficoltà il sistema. il carico di lavoro notevole puo portare dei ritardi». Lo ha detto il presidente Iss Silvio Brusaferro rispondendo a una domanda alla conferenza stampa al ministero della Salute.
L’indice di trasmissibilità Rt «in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto». Lo ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
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