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Intimidazioni a Cetraro, l'intervista a Nicola Morra: “I politici non cerchino i boss” - VIDEO

Il presidente della Commissione nazionale antimafia, Nicola Morra, condanna con fermezza l'intimidazione compiuta contro i carabinieri a Cetraro. Sabato sera, un attentatore ha esploso 7 colpi di pistola calibro 9  contro l'auto del comandante della stazione, Orlando D'Ambrosio. L'azione criminale è arrivata a pochi giorni di distanza dall'operazione condotta dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, che ha portato all'esecuzione di 33 misure cautelari nei confronti di trafficanti di droga legati allo storico clan cetrarese dei Muto. Il presidente Morra, ha partecipato a una manifestazione di solidarietà organizzata il giorno successivo a sostegno dell'Arma, mentre stasera ha preso parte ai lavori del consiglio comunale convocato d'urgenza proprio per discutere di  ordine e sicurezza pubblica.

«Non è la prima volta», ha detto Morra alla Gazzetta, «che i carabinieri vengono attaccati frontalmente a Cetraro: accadde la stessa cosa nel 2003 quando fu scaricato un intero caricatore di fucile mitragliatore kalashnikov contro l'auto di un altro sottufficiale. Mi auguro che l'autore dell'intimidazione compiuta sabato», ha aggiunto il parlamentare, «possa essere individuato e assicurato alla giustizia in tempi rapidi». Poi una riflessone sulla situazione generale e le iniziative  a sostegno delle Istituzioni e delle forze dell'ordine. «A queste manifestazioni stanno partecipando cittadini e soprattutto sindaci del territorio tirrenico: spero che questa azione antimafia venga espletata a 365 giorni l'anno anche e soprattutto con l'approssimarsi  di elezioni quando qualcuno potrebbe essere indotto in tentazione nel cercare voti anche in contesti borderline. Non solo: stesse tensione e attenzione dovranno essere dimostrate in occasione dell''apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche ove spesso e volentieri gli amministratori locali fanno capolino per chiedere posti di lavoro per loro fedeli elettori».

Intanto il comando provinciale dell’Arma ha rafforzato la presenza dei militari nel territorio cetrarese. Sono stati inviati tre marescialli, due appuntati e 21 carabinieri.

Gli interrogatori

Ieri pomeriggio, nel carcere di Paola, si sono svolti gli interrogatori di garanzia per gli indagati nell’inchiesta “Katarion” della Dda di Catanzaro che ha inferto un duro colpo alla cosca Muto di Cetraro. Collegati in videoconferenza sono stati sentiti Giuseppe Antonuccio (difeso dall’avvocato Cesare Badolato); Mario e Poldino Cianni (avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato); Flavio Graziosi (avvocati Cesare Badolato e Giancarlo Greco); Fabrizio Iannelli (avvocati Badolato e Giovanni Paolo Picardi del foro di Napoli); Michele Iannelli (avvocati Badolato e Giuseppe Bruno); Giuseppe Mandaliti (avvocati  Carmine Curatolo e Natalia Branda); Gianluca Tommaselli (avvocati Marco Bianco); Luigi Tundis (avvocati Cesare Badolati). La maggior parte di loro non ha risposto alle domande del Gip.

 

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