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"Meglio vendere in nero che la droga": i guadagni "allucinanti" delle Petrolmafie

"Vi spiego...allora...ci sono dei signori che hanno la necessità...portano gasolio agricolo...agricolo non è, è gasolio autotrazione a tutti gli effetti...io devo aggiustare il discorso del gasolio in nero...è gasolio autotrazione a tutti gli effetti: 10 PPM".

E ancora, "Il mondo è fatto così, è vigliacco. Nessuno vuole rimanere secondo...il colonnello vuole fare il generale, il generale vuole fare il re. Però abbiamo fatto delle scelte...di una scala...quindi dobbiamo sapere che ognuno ha il proprio gradino...capito?"

"Loro guadagnano diecimila euro, capito? E' impossibile che dice non guadagna niente...infatti io quella sera gli ho scritto...inc...cioè, credimi, conviene vendere il gasolio che la droga, eh! C'è da dire questo: rischi più a vendere il gasolio in nero che la droga? piccolo particolare, adesso come adesso è così...cioè hai dei guadagni che sono allucinanti!"

Sono alcuni stralci delle intercettazioni che hanno portato ai 49 arresti di questa mattina. Conversazioni che dimostrano quanto redditizio fosse il business creato intorno al commercio illegale di prodotti petroliferi. I responsabili sono indagati, a vario titolo, per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle Accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (F.O.I.), contraffazione ed utilizzazione di Documenti di Accompagnamento Semplificati (DAS); delitti aggravati dall’essere stati commessi al fine di agevolare le associazioni 'ndranghetistiche attive sul territorio calabrese.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai R.O.S. dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro, chiudono il cerchio sulle attività illecite di interesse dell’associazione di stampo mafioso capeggiata dal clan «Mancuso» di Limbadi (VV), nell’ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio.

I beni già sottoposti a sequestro di urgenza, sequestrati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, riconducibili a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti, a seguito di convalida, da parte del G.I.P., del provvedimento emesso d’urgenza dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli Amministratori Giudiziari.

 

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