Domenica 22 Dicembre 2024

Papa Francesco in tv col 25% di share: l'umorismo è una medicina. Da bambino? Volevo fare il macellaio - VIDEO

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Il questo video, abbiamo sintetizzato alcuni passaggi dell'intervista di Fabio Fazio. 1) Il giorno in cui è andato nel negozio di dischi a Roma 2) Il rapporto con gli amici 3) Il senso dell'umorismo  4) Cos'è il perdono 5) Lo sfruttamento delle impiegate

Lo share in tv

Le parole di #PapaFrancesco a Che tempo che fa sono state ascoltate da 6,7 milioni di telespettatori e dal 25.41% share, con un picco di 8,7 milioni e del 32.3%. Sui social oltre 672 mila interazioni. L’annuncio è sul profilo Twitter ufficiale della trasmissione in onda su Rai3 che ringrazia gli ascoltatori «per l’attenzione con cui avete seguito questo incontro, che non dimenticheremo».

I temi trattati dal Pontefice

Il tema immigrazione in primo piano nell’intervista che il Papa ha concesso a Fabio Fazio su Rai 3 nella prima volta di un Pontefice ospite di un talk show.  “Con i migranti quello che si fa è criminale. Per arrivare la mare soffrono tanto, ci sono filmati sui lager, uso la parola sul serio: lager in Libia. Cosa soffrono? Vogliono fuggire. I filmati sono nella sezione del dicastero umano. Soffrono, poi rischiano per attraversare il Mediterraneo, alcune volte sono respinti da chi ha responsabilità locale e dicono: no, qui non vengono e muoiono sul mare”, ha detto  Francesco, in collegamento con la trasmissione. “Ogni Paese indichi quanti migranti può accogliere e poi c’è l’Unione Europea, che si mettano d’accordo”.  “Il migrante “va sempre accolto, perché è in difficoltà, poi va accompagnato, poi promosso e integrato nella società, questo è molto importante ci sono Paesi che con il calo demografico che vivono hanno bisogno di gente, penso a Spagna e Italia, e un migrante integrato, aiuta quei Paesi”, ha proseguito Bergoglio. “La guerra è un controsenso della creazione – ha insistito il Papa – Nella Bibbia Dio crea uomo e donna, ma poi arriva una guerra tra fratelli, uno cattivo contro un innocente, per invidia, e poi una guerra culturale. Si tratta di un controsenso della creazione, la guerra è sempre distruzione. Fare una famiglia, portare avanti la società è costruire, la guerra è distruggere”. Dal Santo Padre anche una riflessione sulla Chiesa: “Io immagino la Chiesa del futuro come l’ha immaginata San Paolo VI dopo il Concilio, con l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi. Poi io ho ne ho fatta un’altra, che si chiama Evangelii Gaudium, ma non è tanto originale, è un plagio di Evangelii Nuntiandi. Io ho solo cercato di indicare la strada della Chiesa verso il futuro: una Chiesa in pellegrinaggio. E oggi il male più grande della Chiesa, il più grande, è la mondanità spirituale. Una Chiesa mondana”. “Un grande teologo, il cardinale de Lubac, diceva che la mondanità spirituale è il peggio dei mali che possono accadere alla Chiesa, peggio ancora del male dei Papi libertini – ha spiegato il Papa – . Peggio ancora, dice, peggio ancora. E questa mondanità spirituale dentro la Chiesa fa crescere una cosa brutta, il clericalismo, che è una perversione della Chiesa. Il clericalismo che c’è nella rigidità, e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre. Queste sono le cose brutte che succedono oggi nella Chiesa, la mondanità spirituale che crea questo clericalismo e che porta a posizioni rigide, ideologicamente rigide, e l’ideologia prende il posto del Vangelo.

"Volevo fare il macellaio"

Non sono mancati anche momenti più leggeri e personali: “Quando andavo a fare la spesa con mia mamma e con mia nonna, vedevo che tutti pagavano il macellaio. E quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo: ‘Il macellaio, perchè ha tanti soldi’. Questo – ha aggiunto Francesco – è un po’ l’animo genovese che ho ereditato da parte di mia madre. Anche i piemontesi sono un po’ attaccati i soldi – ha concluso ironizzando – ma dissimulano”. “Il senso dell’umorismo è una medicina e ti fa relativizzare le cose, ti rende gioioso, fa tanto bene”, ha sottolineato il Papa, che non si è sottratto alla domanda di Fazio che ha chiesto al Pontefice se avesse amici. “Io ho bisogno degli amici, ecco perchè abito a Santa Marta, questo hotel dove posso incontrare tante persone, parlare con tutti”, ha rivelato Bergolgio. “Gli altri Papi erano santi, io non sono tanto santo – ha ironizzato il Santo Padre – e mi piace vivere con altre persone, è più facile per me”, ha aggiunto.

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