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Jet caduto a Lecco, il video dei due piloti che si lanciano col paracadute. Morto collaudatore inglese

Non era ancora mezzogiorno quando molti abitanti dell’Alto lago lecchese e della Valvarrone hanno visto un velivolo dall’aspetto militare in fiamme attraversare il cielo per poi finire, seguito da una lunga scia di fumo nerastro, contro le pareti rocciose del monte Legnone. Il bilancio è stato tragico: un pilota collaudatore di nazionalità inglese è morto; l’altro pilota, italiano, è vivo per miracolo.

Il velivolo si era alzato dalla base di Venegono (Varese), ed è finito distrutto contro il massiccio. I due piloti appesi ai paracadute e ripresi anche da video amatoriali, sono arrivati a terra dopo essersi proiettati fuori dal jet. Il monte Legnone, 2.609 metri, è la vetta più alta del Lecchese, al confine con i territori delle province di Sondrio e Bergamo, una sorta di spartiacque montano sopra la parte nord del Lago di Como. L’aereo è un Alenia Aermacchi M-346 di Leonardo. I piloti stavano effettuando un collaudo in uno spazio aereo militare riservato.

Gli stessi piloti, con ogni probabilità resisi conto del problema che ora andrà accertato con un’inchiesta subito avviata a tutti i livelli, avrebbero cercato - riuscendovi - di dirigere il velivolo in una zona non abitata. Si sarebbero così dovuti catapultare dal jet in extremis, immediatamente prima dello schianto. Il pilota italiano è stato trovato appeso a una sorta di balcone naturale, vivo, ferito ma non in maniera grave, come invece si era temuto in un primo momento. Il suo collega inglese invece è stato trovato cadavere. Nella zona dello schianto, sopra l’abitato del piccolo Comune di Pagnona (Lecco), sono intervenute decine di operatori tra carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza e soccorso alpino, con reparti da terra ed elicotteri. Il pilota ferito è stato soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano.

Circoscritta e impenetrabile tutta l’area in cui sono stati ritrovati i rottami. L’inglese deceduto era un pilota collaudatore. Il velivolo, di Leonardo, aveva già volato in passato e l’incidente sarebbe avvenuto durante un’attività addestrativa finalizzata anche alla formazione dei collaudatori. Leonardo «ha immediatamente istituito una commissione interna» ha comunicato la società, indicando che «le cause dell’incidente sono in fase di accertamento, e precisando che allo stato attuale delle indagini è del tutto prematuro formulare qualsiasi ipotesi sulle cause dell’incidente». «Il velivolo coinvolto nell’incidente era un M-346 che - conferma la società - stava effettuando un volo con a bordo un pilota collaudatore di Leonardo e un pilota istruttore di una società esterna». Saranno ora più inchieste a cercare di chiarire le cause dell’incidente, territorialmente di competenza della Procura di Lecco, ma che chiama in causa organi a più livelli. Verrà a breve nominata una commissione dall’Ispettorato della Sicurezza del volo dell’Aeronautica militare, per dare supporto investigativo. La commissione potrebbe anche essere mista, con personale sia dell’Aeronautica che di Leonardo, proprietaria del velivolo. L’aeromobile aveva una matricola militare perché aveva delle caratteristiche costruttive assimilabili a un aereo militare.

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