Diari aperti... alle emozioni e sulle emozioni. Con l'intimità, che rende tutto più vero e che solo un teatro e una voce sublime possono regalare. Elisa ritrova la Sicilia, nella doppia data di Marsala e Catania che ha fatto registrare il sold out, e lo fa regalandosi e regalando un nuovo ritorno. Verso quello che era e verso quello che vuole essere, perché «se cercherai chi sono stata, ritroverai chi sono adesso».
Così canta. Perché una cosa è certa. Elisa canta, in maniera tanto essenziale quanto inconfondibile. E racconta. Non un ritorno al rock degli esordi ma un tour intimista e riflessivo, in cui le canzoni – soprattutto nella prima parte del concerto – sono spesso cantate sottovoce, quasi sussurrate. Lei, il
piano e il suo pubblico. Che apprezza. Dopo i concerti all'Arena di Verona con cui lo scorso anno ha festeggiato i suoi primi vent'anni di carriera e dopo la fine del rapporto con la Sugar di Caterina Caselli, l'etichetta che la scovò e la lanciò alla fine degli anni '90 (il rapporto si è interrotto nel 2016), la cantautrice friulana riparte dai suoi “Diari aperti”, ultimo lavoro in sala d’incisione e in giro per l’Italia in un tour appena iniziato e che si concluderà a fine maggio con circa cinquanta appuntamenti.
In Sicilia Elisa lascia la sua dedica:
«Qui siete avanti, altro che il Signore degli anelli… Qui avete il Signore delle arance, delle farine, delle granite. Sto diventando una cicciona, qui si vive divinamente. Grazie per il vostro entusiasmo, questa terra è una meraviglia».
Accanto al pianoforte, al quartetto d'archi e alle chitarre acustiche ci sono le tastiere, il basso e le chitarre elettriche. E così lo spettacolo scorre veloce, dalla prima parte dedicata al nuovo album in cui a danzare è soprattutto la sua voce, alla seconda parte in cui la “ragazza” di Monfalcone si lascia finalmente andare,
balla e fa ballare. Si va da “Anche fragile”, “Promettimi”, “Tutta un’altra storia” a “Eppure sentire”, “Luce”, “Se piovesse il tuo nome”, passando per i successi in inglese “Stay”, “Rainbow”, “Together”. C’è anche un messaggio per il mondo su “Prayer”, firmato “Orso in Piedi”, capo Sioux: “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
Fino al medley “Broken/Labyrinth/Cure me/No hero” che fa saltare gli spettatori sulle poltrone e alla chiusura di emozioni con “Gli ostacoli del cuore” e soprattutto “A modo tuo”. Che è il “modo suo” per lasciare e lasciarsi pensando che si può cambiare senza “snaturarsi”.
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