"Sono uno che conosce la solitudine, che è diverso dal sentirsi solo". E’ la riflessione di Luciano Ligabue, collegato in videoconferenza digitale, alla presentazione del disco di inediti "7" e della raccolta "77+7", in uscita venerdì. "In questo anno particolare non abbiamo potuto festeggiare i miei 30 anni con la musica - ha precisato - Il concerto alla RCF Arena di Reggio Emilia non l’abbiamo potuto fare e così abbiamo pensato di guardare al passato con il box '77+7', il libro 'E' andata cosi”: forse è troppo, ma guardo sempre avanti a testa bassa perchè non mi sono mai soffermato su quello che ho fatto. Per il covid ho avuto la voglia di raccontare questa storia attraverso i miei occhi con un libro ed è stato quasi magico vedere che ogni 5 mesi è uscito un mio singolo, e sono 77, e spuntano anche 7 canzoni nuove che vengono dal passato". Il numero 7 è ricorrente per Ligabue: "E' sempre stato il mio numero preferito. Anni fa mi arrivarono per posta due lettere di due numerologhi in cui evidenziavano che avevo un 7 che cammina: il mio nome è di 7 lettere, lo stesso per il cognome, le mie iniziali sono due 7 capovolte, il mio primo concerto fu nel 1977, le tracce di successo numero 7 sono ricorrenti nei miei album. Un pò per gioco e un pò per pretesto questa volta ho adottato '77+7'". Il 19 giugno 2021 tornerà dal vivo con "30 anni in un (nuovo) giorno", l’evento in data unica, già sold out. "Oggi ho voglia, rabbia, sono una pentola a pressione colma di sentimenti: sarà una festa meritata per chi ha comprato i biglietti e sono convinto che la frustrazione da sfogare andrà oltre al concerto. Fare un concerto per me è avere davanti qualcuno da cui carpire le emozioni, vedere i corpi ballare: non riesco a pensare che i concerti si possono ridurre a un corrispettivo di una sala prova, essere guardato su uno schermo in streaming; non sappiamo niente del futuro ma ai concerti lavorano tante persone che ora aspettano: per il bene della musica non dobbiamo arrivare allo streaming". Dei suoi 60 anni e dei 30 anni di carriera dice: "Si dividono in 30 in cui non ho fatto il musicista e in 30 in cui l'ho fatto. L’intensità la si paga e a volte ho perso me stesso; nel 1999 avevo meditato di smettere ma dopo 20 anni sono ancora qui: non ero preparato a quella mole di successo, avevo fatto tutto. Durante gli anni successivi avevo meditato che tanta popolarità ti pone davanti a un bivio". Sul festival di Sanremo il Liga è stato molto cauto. "Non credo proprio che lo farò. Si terrà sicuramente ma al momento non so niente: c'è grande attesa perchè è la massima manifestazione canora ancora esistente in Italia".