Lunghissima vita a Fiorello. Rosario Tindaro di Sicilia - da Catania, Augusta, Riposto, Letojanni - è irraggiungibile. Torna a casa, la sua terra, e conferma a tutti di non essersene mai andato. Continua a dare la paga a tutti, uno showman come non ce ne sono in Italia e che può reggere tranquillamente due ore e mezza di spettacolo saltando dal monologo al canto al gioco con il pubblico, potendo attingere alla smisurata riserva di talento che ha e che gli ha permesso in questi ultimi 30 anni di essere riconosciuto e riconoscibile come nessuno. La "vecchiaia" e la sua Sicilia: due leit motiv di "Fiorello presenta Fiorello", lo spettacolo che a suon di record da domani e per tre giorni sarà a Palermo dopo i tre giorni di Catania. "Ca sugnu a casa..." - attacca subito Fiore nell'ultima sera di Villa Bellini - "tornare qui significa assaporare gli odori e sapori di una volta", come "l'arancino più fritto che c'è, il cannolo più grande che esista". E a ricordargli che è nella sua terra e in famiglia ci sono nelle prime file la moglie Susanna, la figlia più piccola Angelica, la mamma Rosaria, il cugino di Letojanni ("ma come ti sei vestito, sembri il capo dei Narcos") e poi amici come la conduttrice del TG1, Emma D'Aquino (che a Catania è nata) o Salvo La Rosa con quell'immancabile "Cu tuttu u' cori" che Fiore dispensa per la serata. Insomma Fiore gioca in casa per la serie "ti piace vincere facile": ha fatto sold out in tutta Italia, scontato li facesse anche a Catania: oltre 9mila persone in tre giorni. "Fiorello presenta Fiorello" è uno spettacolo in continua evoluzione, fluido e mai uguale a se stesso, marchio di fabbrica di un artista che fa dell'improvvisazione uno dei suoi codici di spettacolo più riusciti. E ovviamente in Sicilia ci mette tutto quel dialetto che lo rende unico nel suo essere spontaneo, immediato, sincero. Inizia lo spettacolo ma ci sono già i ringraziamenti come se lo show fosse ormai finito. «Mica tutti ci arrivano al finale, perché per l’età che vedo qui in molti non ce la faranno. Ma questa è una Rsa». Fiorello parte subito forte e colpisce con l'improvvisazione (marchio di questo spettacolo non preceduto da interviste, presentazioni, marketing social) e ci mette oltre alle battute anche i suoi virtuosismi vocali da fuoriclasse. E mette in fila "I giardini di marzo di Battisti" con autotune in versione trap; Blanco con la sua "Figli di puttana" intonata come se la cantasse Modugno; e l’Alligalli diventa AlliGhali, un misto tra I Watussi di Edoardo Vianello e Cara Italia di Ghali.