«Il taglio delle accise deliberato fino a dicembre dal precedente governo costa mediamente un miliardo al mese, costa 10 miliardi l’anno: si poteva fare togliendo le risorse» ad altre misure. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video sui social. Tra gli esempi che cita «non avremmo potuto confermare e aumentare il taglio del costo del lavoro, non avremmo potuto aumentare del 50% l’assegno unico per le famiglie per il primo anno di vita del bambino e per i primi tre anni per le famiglie numerose» o aumentare «di due miliardi» il fondo sanitario nazionale. «Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina banalmente perché sapevo quale era la situazione di fronte alla quale mi sarei trovata». «Gira da più parti un video del 2019 nel quale io facendo benzina con la mia auto parlavo della necessità di tagliare le accise sulla benzina e naturalmente non avendo il governo deciso di cambiare la norma del precedente governo che prevedeva che il taglio delle accise sarebbe terminato alla fine di quest’anno si è detto "la Meloni è incoerente" perché in campagna elettorale vi promette alcune cose e poi al governo ne fa altre. Ora siccome io sono una persona abbastanza seria non è un caso che quel video sia del 2019 e non di quest’ultima campagna elettorale».
Ma nel programma Fdi "era previsto il taglio delle accise"
«Meloni dice di non aver promesso il taglio delle accise in campagna elettorale ma, come riporta Repubblica, il programma elettorale di Fdi dice l’opposto: Meloni ha vinto sulla coerenza, crollerà sull'incoerenza» così Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione Italia Viva in Senato. «È incredibile che Giorgia Meloni dica di non avere mai promesso il taglio delle accise in campagna elettorale. Nel programma del suo partito, che in teoria dovrebbe aver letto, è scritto testualmente che una volta al governo si sarebbe impegnato per la «sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di iva e accise». Ora si rimangia tutto, incrocia le dita e spera in una sorta di amnesia collettiva». Lo afferma in una nota Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera M5S. «Questo Esecutivo continua a rinnegare sé stesso ed è ormai vittima di un trasformismo che sta assumendo forme e contenuti ridicoli. Dopo le inversioni a U sul Mes, sulle trivelle e su tante altre cose, ora arriva anche quella sulla benzina con cui hanno ingannato milioni di elettori. Il governo è ormai nel caos, l’unica memoria che gli resta è per i favori ai colletti bianchi, gli evasori e i corrotti», conclude.