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Medici albanesi in Italia, il discorso del premier fa il giro del web: "Noi non dimentichiamo"

"Sono 30 anni che ci aiutate e supportate ed è il minimo che potevamo fare per questa nazione che oggi è in grande difficoltà".

"Mia madre nel 2011 è stata operata a Pisa per una grave malattia. Quei medici l'hanno salvata e ora io voglio restituire quanto è stato fatto".

Si riassume in queste due frasi pronunciate da un infermiere e da una dottoressa, il senso dell'arrivo della pattuglia di 10 medici e 20 infermieri albanesi, giunti in Italia per aiutare nella 'guerra' al Coronavirus.

Tanti del gruppo arrivato da Tirana hanno scelto di aiutare l'Italia per ricambiare quanto ricevuto in passato.

Dopo l'arrivo, nei giorni scorsi, dei camici bianchi provenienti dalla Russia e in attesa di quelli polacchi è stata la volta albanesi che andranno in prima linea agli Spedali Civili di Brescia. Il team è atterrato con un volo speciale all'aeroporto di Verona, riaperto in via straordinaria per l'occasione, accompagnato dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. Il pool è stato accolto, tra gli altri, dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal suo vice Fabrizio Sala.

"Grazie - sono state le parole del Governatore - per l'aiuto concreto in un momento molto complicato. Siete la testimonianza dell'amicizia che lega l'Italia all'Albania".

Un "grazie" e una immagine della bandiera albanese è il tweet che presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha indirizzato premier albanese Edi Rama. Il quale proprio ieri nell'annunciare l'invio dell'equipe si è espresso così: "Non siamo ricchi e non siamo privi di memoria".

La 'pattuglia' che opererà a Brescia vedrà reclutare anche 15 medici polacchi che domani alle 15 atterreranno all'aeroporto di Orio al Serio anche loro impiegati negli ospedali bresciani.

Per il terzo giorno di fila intanto resta sotto quota 70 il numero di decessi registrati da Ats Brescia. A Bergamo, dove si cerca di ricomporre la tensione con gli addetti ai servizi funebri che avevano minacciato di fermarsi per la mancanza di dispositivi di protezione, intanto si stanno facendo passi avanti per l'apertura, non più di un ospedale da campo, ma di una "vera e propria area ospedaliera", come ha sottolineato l'assessore al Welfare Giulio Gallera. Qui lavorerà il personale medico-infermieristico russo, arrivato nei giorni scorsi.

Da oggi i 28 medici e 4 infermieri provenienti da Mosca, riceveranno un training analogo a quello offerto al personale dell'Asst Papa Giovanni XXIII dall'inizio dell'emergenza, con l'ausilio di interpreti.

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