«Sono stata vittima di una aggressione sessuale, sono una sopravvissuta». Alexandria Ocasio-Cortez, la pasionaria dei democratici, si confessa durante una diretta Instagram. Con la voce tremante e visibilmente scossa ammette di «non averne parlato con molte persone» nella sua vita. A loro chiede "scusa» per non essersi aperta ma, spiega, «non si tratta di nascondersi o cose del genere. A volte non riesci a raccontare la stessa storia più e più volte». La rivelazione shock piomba sui suoi 150.000 follower mentre Ocasio-Cortez racconta le ore drammatiche di quel 6 gennaio dell’assalto al Congresso, quando ha temuto per la sua vita. Un racconto accompagnato da qualche lacrima e da una paura ancora evidente. Spesso nelle mire di Donald Trump, secondo il quale è la socialista per eccellenza che vuole rovinare l’America, Ocasio-Cortez ricorda la voce di uno dei manifestanti entrati in Congresso che chiedeva urlando «dove sta?» riferendosi a lei.
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La deputata democratica era in quei minuti nascosta in un bagno. Ricorda lo sguardo «arrabbiato e ostile» di uno degli agenti della polizia del Capitol, e ricorda la sua corsa disperata per nascondersi nell’ufficio della deputata della California Katie Porter, che stava sorseggiando un caffé quando si è trovata davanti una Ocasio-Cortez in preda al panico. Insomma un trauma che si è andato ad aggiungere al trauma della violenza sessuale subita, facendolo riaffiorare con forza. "Coloro che ci dicono che dobbiamo andare avanti e superare gli eventi» di quel 6 gennaio «usano le stesse tattiche di chi abusa - dice - Le stesse tattiche di un uomo che ti tocca in modo inappropriato sul posto di lavoro e poi ti dice di dimenticare e voltare pagina». E Ocasio-Cortez non vuole dimenticare: «non consentirò che mi accada ancora una volta. Non consentirò che accada alle vittime di questa situazione».
Quello che vuole è che i responsabili rispondano delle loro azioni. E fra i responsabili, non ha dubbi, ci sono diversi esponenti del partito repubblicano, in primis i senatori Ted Cruz e Josh Hawley. «Sono un pericolo», spiega senza un’ombra di esitazione, perché sollevano dubbi sull'elezione di Joe Biden, ripetendo le stesse teorie che i manifestanti del 6 gennaio avevano fatte proprie. Ocasio-Cortez si è schierata e ha espresso più volte in passato il suo appoggio alle donne che sono uscite allo scoperto e, anche a distanza di anni, hanno denunciato che ha abusato di loro. Lo ha fatto ad esempio per Christine Blasey Ford, l'accusatrice del giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh che era riuscita quasi a far naufragare la sua conferma in Senato. Un appoggio che le è costato anche più critiche da parte dei repubblicani, soprattutto uomini, che ripetutamente l’hanno attaccata. Ocasio-Cortez però non ha mai fatto marcia indietro e non si è mai lasciata spaventare dalle accuse al vetriolo avanzate nei suoi confronti. E non intende far retromarcia o dimenticare neanche davanti al trauma dell’attacco del 6 gennaio.
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