Canarie, non si ferma l'eruzione del vulcano: fiumi di lava fra le case. In fuga 7.500 persone - VIDEO
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Continua incessante l'attività del vulcano Cumbre Vieja a La Palma (Canarie). Fiumi di lava incandescente scendono dal cratere e si dipanano tra i boschi dell'isola dell'arcipelago delle Canarie insinuandosi anche in un centro abitato costiero. Centinaia di persone sono state evacuate: in totale sono circa 7.500 i residenti costretti a fuggire da quando il Cumbre Vieja ha iniziato a eruttare più di un mese fa.
Eruzione Canarie: mistero su 4 cani intrappolati nella lava
Regna il mistero a La Palma (Canarie) su dove si trovino quattro cani rimasti intrappolati per giorni, circondati dalla lava, in un punto di quest’isola colpita da oltre un mese da un’eruzione vulcanica: è questa una delle storie che più hanno attirato l’attenzione dei media locali nelle ultime ore. Come racconta El País, i quattro animali erano stati avvistati attraverso riprese aeree di droni privati, e in molti sull'isola e sui social si sono attivati per chiedere che non venissero lasciati morire. Per circa una settimana, due aziende si sono incaricate di far arrivare loro acqua e cibo. Alcuni giorni fa, un’altra azienda ha ricevuto un’autorizzazione per cercare di salvarli attraverso l’uso di droni. Ma poi i quattro cani sono misteriosamente scomparsi, e nel punto in cui erano stati avvistati - che si trova nell’area dichiarata ad alto rischio dalle autorità - è stato trovato invece un messaggio: "Forza La Palma. I cani stanno bene». A firmarlo, un misterioso gruppo autodefinitosi A Team. Oltre a questo, non ci sono ulteriori notizie certe sul loro destino. Aerocamaras, l’azienda incaricata di soccorrere i cani con dei droni, ha reso noto oggi che nella zona in cui gli animali erano rimasti intrappolati sono state trovate impronte umane e sostiene che «già da giorni» non si trovano più lì. «Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo», ha detto da parte sua Miguel Ángel Morcuende, direttore tecnico del piano regionale attivato per far fronte all’eruzione, «poi non ne abbiamo più saputo nulla».