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I funerali di Elisabetta II evento ricco di simboli: ecco il significato

Sfarzo, solennità e una cerimonia praticamente senza uguali nel mondo Occidentale e che anche a Londra non si vedeva dall’ultimo funerale di Stato, quello di Winston Churchill, quasi 60 anni fa. E’ stato tutto questo il funerale della regina Elisabetta II; di seguito alcuni particolari della cerimonia, molti dei quali personalmente voluti dalla regina, e tutti densi di simbolismo.

IL CARRO MILITARE

La bara della regina Elisabetta II è stata trasportata su un carro militare della Royal Navy: un carro prodotto nel 1896 per la Royal Horse Artillery, ma che non è mai stato utilizzato sui campi di battaglia. Era stato già usato invece per il funerale della regina Vittoria nel febbraio 1901, e poi per trasportare le bare di re Edoardo VII, re Giorgio V, re Giorgio VI, il padre della regina, Winston Churchill e Lord Louis Mountbatten. Come è tradizione per i funerali di Stato, il carro era trainato non da cavalli, ma da 142 marinai della Royal Navy. La processione era accompagnata dalle bande di cornamuse e tamburi dei reggimenti scozzese e Irlandese, e dal corteo militare con rappresentanti delle tre forze armate (esercito, Royal Air Force, Royal Navy) e anche dai Gurkha.

LA BARA COPERTA DALLO STENDARDO REALE

La bara è stata sempre coperta dallo stendardo reale, su cui erano posati la corona imperiale, lo scettro simbolo del potere e il globo crucigero, simbolo della cristianità.
Lo stendardo reale è la bandiera che rappresenta la Famiglia Reale: ha quattro pannelli che rappresentano l’Inghilterra, la Scozia e l’Irlanda. La Corona imperiale è realizzata in oro (una struttura che sormonta un cappuccio viola), tempestata di 2.868 diamanti, 17 zaffiri, 11 smeraldi, 269 perle e quattro rubini. Tra le pietre incastonate il Rubino del Principe Nero, lo Zaffiro Stuart e il diamante Cullinan II. Corona, scettro e globo crucigero -ovvero tutte l regalie- vengono prelevate dal gioielliere reale durante la cerimonia di commiato e tolte dalla bara prima che venga calata nella cripta.

SULLA BARA, BIGLIETTO E FIORI "ECO" DI RE CARLO

Sulla bara, una corona di fiori raccolti in tre residenze reali molto amate dalla regina ma anche dal nuovo re: Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove. E un messaggio personale, scritto a mano, su un biglietto bordato di nero e lasciato dal figlio primogenito, nuovo re: «In memoria amorevole e devota. Carlo». Il re ha voluto anche un altro particolare: per comporre la corona di fiori non è stata usata la schiuma, ma un 'nidò di muschio e quercia, proprio su richiesta di Carlo, notoriamente molto attento all’ambiente.

SFARZO E SOLENNITA' NELLA PROCESSIONE PER LE STRADE DI LONDRA

Guidava il corteo la Royal Canadian Mounted Police, mentre la bara era adagiata sul carro per cannoni della Marina Militare, trainata da più di cento marinai al suono delle cornamuse di Reggimenti scozzesi e irlandesi, con indosso i loro coloratissimi costumi cerimoniali. Di sottofondo, il Big Ben, la famosa campana nella torre del Palazzo di Westminster, suonava i rintocchi a intervalli di un minuto. Nella processione hanno sfilato anche membri delle forze armate del Regno Unito e dei Paesi del Commonwealth, rappresentanti della polizia britannica e del servizio sanitario pubblico (c'era anche May Parsons, l’infermiera che, per prima in assoluto, ha somministrato il primo vaccino Covid-19).

IL "BASTONE DEL COMANDO" SPEZZATO

E’ il momento finale dei funerali di un sovrano, quello che indica la sua separazione dal potere mondano, l’ultimo passaggio prima che la bara venga calata nella cripta reale: il Lord Ciambellano, una delle figure più importanti della Casa reale, rompe il 'bastone del comandò e la mette sulla bara della defunta regina.

SULLA BARA, IL MIRTO DELLE NOZZE DELLA REGINA

Tagliati dai giardini di Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove House, i fiori e il fogliame della corona erano stati scelti per il loro simbolismo. Il mirto, simbolo di matrimonio felice e duraturo come fu quello della regina con Filippo di Edimburgo, era stato tagliato da una pianta cresciuta da un rametto che era nel bouquet da sposa di Elisabetta II.

L'INNO CANTATO ANCHE ALLE NOZZE

Uno degli inni cantati durante le esequie era già stato scelto dalla stessa regina nel 1947 per il suo matrimonio con Filippo Mountbatten: era l’inno basato sul Salmo 23, 'Il Signore è mio pastore, non manco di nullà.

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