Il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, potente, energico, lucido racconto a luci e ombre della sua esperienza formativa a metà anni '80 nel teatro di Patrice Chereau e Pierre Romans Les Amandiers dove erano un tutt'uno il talento, la disciplina, la creatività, la comununanza, il sesso e le droghe con l’incubo dell’Aids agli esordi, è travolto da uno scandalo. Forever Young (Les Amandiers titolo originale), già cult di critica e pubblico in Francia dopo gli applausi al festival di Cannes, in sala in Italia in 120 copie dal 1 dicembre con Lucky Red che lo ha anche prodotto con Angelo Barbagallo Bibi Film e Rai Cinema, è nell’occhio del ciclone suo malgrado. La copertina odierna di Liberation con uno dei protagonisti, il 25enne Sofine Bennacer indagato per casi ripetuti di stupro, non è di quelle che passano inosservate, men che meno nella Giornata contro la violenza sulle donne e l'Academie dei Cesars (gli oscar del cinema francese) in imbarazzo ha tolto l’attore tra i candidati. Bruni Tedeschi, al settimo film e ormai regista matura e dotata, è a Roma per presentarlo quando la prima pagina di Libè arriva come una bomba. Non del tutto inattesa come lei stessa spiega (il nome di Bennacer non figura nel manifesto italiano accanto ai tre attori principali, un caso?). "Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. Sono stata io stessa vittima di abusi durante la mia infanzia e conosco il dolore di non essere stata presa sul serio. Ciò non mi impedisce, tuttavia, di essere sbalordita, leggendo Libération di oggi, di vedere il trattamento riservato a un giovane uomo oggetto di un’indagine penale in corso, senza alcun rispetto per le persone che stanno lavorando su questa indagine, né per il principio di presunzione di innocenza. Sono rimasta artisticamente impressionata da Sofiane Bennacer sin dal primo secondo del casting del mio film e - sottolinea in una dichiarazione letta oggi - ho fortemente voluto che ne fosse l'attore principale nonostante le voci che circolavano, di cui ero a conoscenza». Spiega poi che i produttori le hanno "espresso timori e riserve, ma ho comunicato che queste voci non dovevano mettere in discussione questa scelta e che era impensabile per me fare il film senza di lui». E chiarisce: «Mi assumo la piena responsabilità della mia scelta». Poi ammette: "Successivamente, abbiamo saputo che era stata presentata una denuncia. Le riprese erano allora iniziate, e cambiare attore avrebbe creato ostacoli giuridici insuperabili. Per quel che mi riguarda, avevo avuto modo di conoscere Sofiane Bennacer da diversi mesi sul lavoro, in particolare durante il lungo periodo delle prove, ed ero completamente sicura delle sue qualità umane: quando filmi qualcuno, «vedi» chi hai di fronte a te. Questa mattina, sono indignata nel vedere che un giornale come Libération possa calpestare a tal punto il principio della presunzione di innocenza, ostentare vergognosamente questa vicenda, e mettere in prima pagina la foto di un giovane uomo con del sangue sulle mani. Ad oggi, è chiaro - aggiunge - che non è stato ancora giudicato, e questa scelta editoriale è puro linciaggio mediatico». Poi rivela: «Voglio dire che abbiamo effettivamente una relazione amorosa, ma questo rapporto è iniziato molto dopo la fine delle riprese, ed è basato innanzitutto su un’amicizia profonda». La giustizia farà il suo corso. Bruni Tedeschi, choccata, tesa, ha comunque con generosità parlato di Forever Young, un pezzo di cuore evidentemente e non solo suo. Accanto alla protagonista magnifica Nadia Tereszkiewicz e a Bennacer (interpreta Etienne tormentato e violento aspirante attore) c'è Louis Garrel nei panni di Chereau. «GLi attori hanno molto improvvisato sul set, e per me i loro errori in questo caso restituivano l’esperienza di allora. Ho lasciato fare Louis, lo aveva incontrato a 21 anni, sognato di lavorarci, lo adorava, ha ideato un suo Chereau». Questa 'meglio gioventù', questa vitalità di giovinezza, questa 'verità' che il film della Bruni Tedeschi riesce a restituire sono un vero regalo per lo spettatore e anche una fonte di ispirazione per i giovani che lo andranno a vedere. Da parte sua la regista dice di sentire tutta la responsabilità di fare film. «Amo molto il mio lavoro di attrice ma è un pò una vacanza ora, una cosa spensierata. Sto facendo in Sicilia la serie di Valeria Golini, interpreto un personaggio doloroso, vecchio, arrabbiato ma sono felice come non lo ero su un set da decenni. Gli attori sono bambini dirigere invece è più dura, è una cosa da adulti. Per me poi è un pretesto per stare con le persone che amo, convoco mia figlia, mia madre, lo stesso Louis, siamo separati ma se fa un film con me è obbligato a frequentarmi!».