Venerdì 22 Novembre 2024

Oumuamua, svelato il mistero dell'oggetto a forma di sigaro nello spazio

La strana orbita del misterioso corpo celeste Oumuamua, individuato per la prima volta nel 2017, potrebbe dipendere da un semplice meccanismo fisico legato all’effetto della luce del Sole sull'idrogeno presente sulla sua superficie. Descritta sulla rivista "Nature", questa ipotesi è stata formulata dagli scienziati dell’Università della California a Berkeley e della Cornell University. Il team, guidato da Jennifer Bergner e Darryl Seligman, ha valutato la possibilità che il comportamento inusuale del corpo celeste possa dipendere direttamente dalla sua conformazione. Oumuamua, spiegano gli esperti, è stato il primo asteroide interstellare classificato come tale, e pur non essendo caratterizzato da una chioma luminosa o da una coda di polvere, sembrava assumere comportamenti associati alle comete piuttosto che agli asteroidi.

No, non è un’astronave comandata da un’intelligenza aliena

Gli astronomi si sono interrogati per molto tempo sulle sue origini e sul motivo per cui tendesse ad accelerare allontanandosi dal Sole, tanto che alcuni hanno teorizzato che potesse trattarsi di un’astronave comandata da un’intelligenza aliena. Il gruppo di ricerca di Bergner sostiene ora che le misteriose deviazioni del corpo celeste potrebbero dipendere dal degassamento dell’idrogeno, un processo che si verifica quando Oumuamua si riscalda per effetto dei raggi solari.

Oumuamua, perché è stato un vero mistero per gli astronomi

Essendo di dimensioni molto ridotte rispetto alle altre comete note, la deflessione gravitazionale attorno al Sole risultava leggermente alterata dalla minuscola spinta creata quando il gas idrogeno fuoriusciva dal ghiaccio. Il calore irradiato dal nostro astro, in effetti, porta le comete a espellere acqua e altre molecole, fino a formare un alone luminoso e una coda di gas e polveri. La mancanza di queste strutture avevano reso Oumuamua un vero mistero per gli astronomi. «Quando il ghiaccio viene colpito dai raggi cosmici ad alta energia - spiegano gli autori - l’idrogeno molecolare viene abbondantemente prodotto e intrappolato all’interno del ghiaccio. Per una cometa di diversi chilometri di diametro, il degassamento proverrebbe da un guscio molto sottile rispetto alla massa dell’oggetto. Le dimensioni ridotte di Oumuamua però potrebbero avere portato alla generazione di una forza sufficiente a deviarne la traiettoria. Il corpo celeste misura infatti circa 115x111x19 metri». Le comete interstellari, osserva Seligman, «potrebbero rivelare informazioni preziose sui pianeti extrasolari. Oumuamua è stato davvero interessante da studiare. Si comportava quasi come una cometa, ma non ne aveva affatto l’aspetto. Il nostro lavoro avvalora l’ipotesi che il corpo celeste individuato nel 2017 possa essere una cometa interstellare molto piccola che subisce gli effetti dei raggi cosmici provenienti dal Sole».

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