Crisi di governo, il Pd pone condizioni. Salvini: pronti a far ripartire il Paese. Al Quirinale M5s - Diretta video
Ha preso il via al Quirinale il secondo giorno di consultazioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto la delegazione di Fdi, poi è stato il turno del Partito Democratico seguito da Fi. Giorgia Meloni ha sostenuto che le elezioni sono "l'unico esito possibile». Il Pd invece ha dato la disponibilità "a verificare la formazione diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica», ma «non a qualsiasi costo». Forza Italia chiede un governo del centrodestra o in alternativa il voto. Le consultazioni del Capo dello Stato riprenderanno nel pomeriggio alle 16 con la delegazione della Lega e infine alle 17 sarà la volta del M5s (prima si riunirà lo stato maggiore del movimento). I mercati però non temono la crisi e oggi lo spread, dopo avere aperto a 201, è sceso a 195 punti. Si avvicina il momento chiave dell’apertura ufficiale della trattativa tra M5S e Pd e, come prevedibile, sale la tensione sia all’interno dei due partiti sia tra le due forze politiche. In queste ore frenetiche, in attesa della chiusura delle consultazioni, anche le voci di tre nuovi paletti - via i decreti sicurezza, preaccordo su manovra e stop a taglio parlamentari - che avrebbe messo il Pd nel paniere stanno facendo fibrillare sia lo stesso Pd che il Movimento. Tensioni che certamente sono arrivate anche al Quirinale dove il presidente è fermo sulla richiesta di avere presto piena chiarezza. Ove non ci fosse già oggi nessuno può escludere che il Quirinale possa velocemente aprire le procedure per nuove elezioni. Sul nome del premier e sui primi punti su cui cercare una convergenza al momento le parti sono lontane. Con una parte del Movimento 5 Stelle che resta scettico sull'affidabilità soprattutto del segretario Dem Nicola Zingaretti. E, ad agitare il Movimento c'è il «no» al taglio dei parlamentari che avrebbe proposto, salvo poi precisare il suo concetto, il segretario Dem. E’ il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio a precisare che sul taglio dei parlamentari non c'è un veto, ma deve essere accompagnato da una riforma elettorale. E poi lo stesso Zingaretti, poco dopo, in una nota precisa che le condizioni poste al M5S sono i 5 punti approvati dalla Direzione ieri. Ma l'affondo Dem sul taglio dei parlamentari - più che sulla cancellazione di parte del decreto sicurezza - ha accresciuto, in questi minuti lo scetticismo pentastellato, a cominciare dai filo-leghisti come Gianluigi Paragone. E, secondo alcune fonti parlamentari, le dichiarazioni Dem sul taglio dei parlamentari sarebbero arrivate dopo che, al Nazareno, era giunta l’ipotesi che, nelle sue dichiarazioni dal Colle, Luigi Di Maio non avrebbe chiarito la sua apertura al Pd. Ma, al momento, la tensione salita in queste ultime ore non cancella la trattativa. Contatti tra M5S e Pd - ma non tra Di Maio e Zingaretti - avrebbero provato a rasserenare il clima in vista della salita al Quirinale del leader del Movimento. Quirinale che, già oggi, chiede a Di Maio chiarezza in vista di un eventuale governo con il Pd. «Ero consapevole di un governo fermo, ma se si vuol far ripartire il Paese noi siamo pronti senza pregiudiziali senza guardare indietro». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella. «Sono sicuro che Mattarella ha e avrà tutti gli elementi per valutare: sono sicuro, penso, che ci vedremo nelle prossime ore». «Il governo non andava più avanti. Se c'è voglia di lavorare, la Lega è nata per questo. Se c'è da continuare a campare, non ci stiamo». «La crisi di governo ha fatto male a milioni di italiani, basta pensare che a causa della crisi il Consiglio dei ministri non riesce ad approvare leggi che servono a milioni di italiani». Lo afferma il leader del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.