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Conte alla Camera: "Crisi senza fondamento e danno al Paese, provo disagio in questo momento". VIDEO

Nel pieno della pandemia Covid e mentre «da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in Aula alla Camera, raccogliendo un lungo applauso. Il Paese «merita un governo coeso, ora si volta pagina. Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto».

«Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiesto un appoggio limpido e trasparente». Continua il premier Giuseppe Conte alla Camera

«Aiutateci». Giuseppe Conte lo ripete tre volte con tono accorato, nell’Aula della Camera dove parla in primis al Paese «sgomento per la crisi», a maggioranza e opposizione, ma non a Matteo Renzi, o chi non scelga con chiarezza l’europeismo. «A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia, chiedo: aiutateci. Aiutateci a ripartire con la massima celerità. Aiutateci a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto nel 'patto di fiducià instaurato con i cittadini». E’ l’appello che il premier fa ai «volenterosi», chiedendo a liberali, popolari, socialisti un «appoggio limpido». Per farsi «costruttori». E con la salda base M5s-Pd-Leu lavorare - «cuore e sympatheia» a un nuovo «patto di legislatura». Bisogna rimediare «al grave gesto di irresponsabilità che ci ha precipitato in questa grave crisi, che non aveva alcun plausibile fondamento». «Una ferita profonda», che ha fatto «gravi danni» facendo salire lo spread e scendere la nostra reputazione nelle cancellerie di tutto il mondo. «Adesso si volta pagina», dice Conte al convitato di pietra Matteo Renzi senza mai nominarlo. «Non si può pensare di recuperare la fiducia, cancellare ciò che è accaduto» e ha ferito i cittadini italiani, non tanto e non solo il premier e la sua maggioranza. Arriva dunque - insieme all’elenco delle cose fatte e all’impegno del governo per una nuova legge elettorale proporzionale - la promessa di un rimpasto «per rafforzare la squadra di governo» e quella di passare la delega sui servizi. Ma non sono più concessioni a Renzi, dopo i suoi "attacchi aspri e scomposti», le sue «continue pretese e rilanci su temi divisivi per la maggioranza». Conte parla «a testa alta, non per arroganza o come chi pensi di non aver fatto errori, ma come chi ha impiegato tutte le sue energie fisiche e mentali per proteggere i cittadini» nella "sfida di portata epocale» della pandemia. Nessun j'accuse come quello pronunciato verso Matteo Salvini alla fine del primo governo Conte, ma parole definitive verso chi «ha aperto una crisi» e ha «dissipato energie» in un momento cruciale per il Paese». Per «trasparenza e linearità» il premier chiude a Renzi e chiede fiducia a «volenterosi» e «costruttori». Senza dimenticare di ringraziare le opposizioni per «la responsabilità dimostrata». Ma Salvini ribatte: «costruttori tradotto vuol dire poltronisti». E insieme a Fdi e Fi presenta una mozione per bocciare il premier e chiedere a gran voce il voto.

Apertura a Biden

«C'è un altro elemento che rafforza il nostro progetto, e cioè il fatto che guardiamo con grande speranza alla presidenza Biden. Ho avuto con lui una lunga, calorosa telefonata e siamo rimasti che ci aggiorneremo presto in vista del G20». Lo dice il premier Giuseppe Conte nella replica alla Camera sottolineando «l'approccio multilaterale» del presidente statunitense eletto e rimarcando che «l'agenda della nuova amministrazione Usa è la nostra agenda».

 

Il premier si è presentato alle 12 alla Camera e domani mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo. Ma se alla Camera Iv mostra crepe - dopo Vito De Filippo oggi anche Michela Rostan annuncia che voterà la fiducia - al Senato il gruppo di Matteo Renzi al momento tiene. E non appare all'orizzonte, dopo che l'Udc si è sfilato, un gruppo di costruttori in grado di garantire una maggioranza assoluta al Senato, dove si giocherà la vera partita.

Per Conte voterà la senatrice Liliana Segre: «Sì, parto» per Roma, «per essere pronta a fare il mio dovere martedì a Palazzo Madama. Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile».

 

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