E’ cominciata dopo le 11.30 nell'auletta dei gruppi di Montecitorio, la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni che ha subito commentato l'approvazione della manovra: «Mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c'è visione comune. È normale che ci sia dibattito. Poi contano i fatti» ha detto la Meloni parlando dei rapporti nella coalizione. «Trovo un clima assolutamente positivo nella maggioranza, non posso lamentarmi - ha aggiunto -, e non lo dico per fatto dovuto». «Tutti ci diamo un orizzonte temporale di 5 anni, è un governo che potrebbe avere una sua stabilità, questo è un grande elemento di forza. La posta in gioco è molto alta e credo che tutti nella maggioranza se ne rendano conto». Meloni ha poi affrontato alcuni temi caldi sul tavolo del Governo.
CARO ENERGIA
«Continueremo a lavorare sulla base di quello che accade, ma siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti».
PRESIDENZIALISMO
«Confermo che per me una delle priorità è quella di riformare le istituzioni in questa legislatura, credo si possa solo fare bene all’Italia con una riforma che consenta di avere stabilità e di avere governi che siano frutto delle indicazioni popolari. Sono sempre partita dal semipresidenzialismo alla francese, un modello sul quale c'era maggiore convergenza - ha aggiunto -. Io vorrei fare una riforma il più possibile condivisa. Io questa riforma la voglia fare, non ho pregiudizi».
COVID, CINA ED EUROPA
«C'è questa situazione in Cina, ci siamo mossi immediatamente. In coerenza con quello che avevamo chiesto di fare il passato». Così la premier Giorgia Meloni riferendosi al nuovo allarme Covid a Pechino e alla misura di obbligatorietà del tampone a chi arriva dalla Cina decisa dal governo. La presidente del Consiglio ricorda come ci debba essere una misura europea: «Ci aspettiamo che l’Unione Europea voglia operare in questo senso», osserva «la notizia che mi dà adesso il ministro Schillaci è che in questo momento» occorre inviare un messaggio «tranquillizzante», perché la maggior parte dei casi trovati «sono legati a Omicron».
«Penso siano utili i controlli, i tamponi, le mascherine. La mia idea è che si debba lavorare sulla responsabilizzazione dei cittadini piuttosto che sulla coercizione. Intendo fare così anche in futuro. La situazione in Italia è abbastanza sotto controllo, stiamo monitorando minuto dopo minuto», conclude. Dei primi casi sequenziati di Covid su persone provenienti dalla Cina «15 sono di variante Omicron, già presente in Italia, e questo dovrebbe essere abbastanza tranquillizzante» ha detto la Meloni.
RIFORMA FISCALE SENZA CONDONI
«Sul tema della riforma fiscale noi intendiamo andare avanti». Così la Meloni ha poi indicato le direttrici sulle quali intende procedere l’esecutivo. In primis «il taglio del costo del lavoro: bisogna fare molto di più, l’obiettivo è il taglio di cinque punti. E’ il primo grande obiettivo. Il secondo è una tassazione che tenga conto della composizione del numero familiare. Il tema del sostegno alla natalità è una nostra priorità e il tema della tassazione deve andare in questa direzione», aggiunge. «E poi c'è il tema più assumi e meno paghi».
«Nella nostra legge di bilancio non ci sono condoni» sottolinea «Vogliamo immaginare un dialogo con i contribuenti senza favorire alcunché gli evasori fiscali», osserva la presidente del Consiglio ricordando tra l’altro le assunzioni per il personale delle Agenzie delle Entrate e la norma contro "le aziende apri e chiudi". «Stiamo favorendo cose di buon senso».
PNRR
«Sono contenta che il governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera all'Ue e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Questa staffetta ha funzionato, sono contenta che si sia riusciti. Come? Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni».
FONDO SALVA STATI
«Credo che sul Mes la ratifica sia secondaria: il tema è che, atteso che l'Italia non accederà mai al Mes sinché io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno. Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti, è un creditore privilegiato, produce problemi significativi di spendibilità dei tuoi titoli di stato, ti si alzano i tassi di interesse. Noi siamo nella posizione di tenere bloccati di decine di miliardi quando servono soldi? No. Ma vorrei capire se esistono i margini che piuttosto che ratificare una riforma, lavorare a qualcosa di diverso, con condizionalità diverse e magari con obbiettivi più centrati. A questo dedicherò il mio lavoro nelle prossime ore».
NO A TASSE SULLA CASA
«Sulla riforma del catasto si può fare una mappatura per migliorare la conoscenza delle costruzioni italiane ma da questo governo non partirà mai un aumento della tassazione sulla casa che considero un bene non pignorabile», ha aggiunto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno.
MIGRANTI
Sui migranti «ci sono nazioni molto più esposte». «Bisogna lavorare ancora e grazie al nostro lavoro comune, Italia, Grecia e Malta - aggiunge - il prossimo Consiglio Ue avrà al centro la difesa dei confini esterni. L'Italia può giocare un ruolo centrale nella politica mediterranea e l’alleanza con i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo è fondamentale».
CRESCITA DEMOGRAFICA
La questione «demografica è per noi una priorità assoluta ed è quindi per noi una priorità economica. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità e quindi anche la tassazione deve tenerne conto».
GUERRA
«Confermo che storicamente i rapporti culturali con la Russia sono antichi e solidi, infatti ho difeso la scelta della Scala di dedicare la sua 'prima' a un' opera russa. Le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo e sui suoi cittadini, voglio distinguere le due cose ma quelle scelte ci sono, sono di violazione del diritto internazionale che se fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale. Temo che il principio di chi con l'uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo». Così la premier Giorgia Meloni rispondendo a una domanda della corrispondente della Tass a Roma sulla possibile ripresa del dialogo tra Roma e Mosca alla luce dei rapporti storici tra i due paesi.
QATARGATE
Sullo scandalo del Qatargate, «Una cosa mi ha molto innervosito: molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione 'italian job', come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job».
25 APRILE
«Msi ha avuto ruolo importante in Italia: ha fatto il suo percorso ed è stato chiaro sull'antisemitismo». Meloni inoltre ha annunciato che parteciperà alle celebrazioni per il 25 aprile.
VOUCHER
«Dobbiamo fare attenzione a un mercato del lavoro profondamente cambiato, non c'è più solo il tempo indeterminato. E' un tempo nel quale ci sono lavoratori che hanno necessità diverse, penso ai voucher, una vicenda che riguarda alcune tipologie di lavoratori. Io credo che sia meglio normarle, diversificando le tipologie contrattuali e facendo i controlli, che rischiare che quel lavoro sia fatto in nero».
GIUSTIZIA
«Nei prossimi mesi lavoreremo per mettere a punto la riforma della giustizia, con il tema anche della separazione delle carriere. La materia della giustizia ha bisogno di un tagliando».
INTERCETTAZIONI
«Le intercettazioni sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l'abuso». Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parlando di «quel cortocircuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani, solo per interesse politico, piuttosto che... Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti».
ENERGIA
«Continueremo a lavorare sulla base di quello che accade, ma siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti. Stiamo lavorando per risolvere il problema della strettoia dei nostri gasdotti nel centro Italia, che attualmente è troppo piccolina. Quando si risolverà, l'Italia avrà la possibilità di valorizzare anche diverse città del Sud Italia, anche sul tema dell'approvvigionamento del gas e i gasdotti. Sarebbero più che contente di avere sviluppo affrontando una questione che è strategica per l'Italia e l'Europa».
NATO E IRAN
«Confermo la volontà dell’Italia sugli impegni presi», sul contributo dell’Italia alla Nato per le spese militari, di quanto parliamo dipende dalle condizioni che ci circondano quindi non si possono dare ore numeri e tempistiche». Quello che sta accadendo in Iran «per noi è inaccettabile e non intendiamo tollerarlo oltre, abbiamo sempre avuto un approccio dialogante ma, se queste repressioni" in Iran «non dovessero cessare e non si dovese tornare indietro, l'atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare, con quale provvedimento dovrà essere oggetto di una interlocuzione a livello internazionale» ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno.
SPORT E SERIE A
«Il governo precedente aveva sospeso i pagamenti dovuti allo Stato dalle società sportive, non solo da quelle di calcio. Noi ereditiamo questa situazione e decidiamo di applicare a questa fattispecie le stesse regole applicate agli altri contribuenti: mi dai il dovuto con la rateizzazione e una maggiorazione del 3%». Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno. «Non è una norma che regala qualcosa, ma tutti pagano quello che devono pagare. Noi diciamo ci date i soldi ma consentiamo una rateizzazione».
PRECARIATO NEL GIORNALISMO
«Considero molto positivamente gli stimoli lanciati dal Presidente dell’ordine sull'affrontare i problemi dei giornalisti: considero sempre che un giorno tornerò alla mia professione, che è quella giornalistica. Credo che i giornalisti debbano fare il loro lavoro con responsabilità, ma in condizioni di libertà, di stabilità, con salari adeguati a questa responsabilità. Sarò contenta di incontrare il presidente dell’Ordine per arrivare a una iniziativa del governo su queste materie. Sono disponibile» ha affermato ancora la premier Meloni aprendo la sua prima conferenza stampa di fine anno.
«L'Italia è il paese europeo con il maggior numero di giornalisti sotto scorta per la loro attività (22), che ha avuto il maggior numero di giornalisti uccisi per il loro lavoro (30 in sessanta anni). Abbiamo il numero più alto di minacce e aggressioni contro gli operatori dell’informazione. In Italia c'è un numero elevato di azioni giudiziarie di stampo intimidatorio contro i giornalisti. L’80 per cento di esse vengono archiviate o finiscono con assoluzioni. Da troppi anni si discute inutilmente di un intervento normativo che scoraggi le querele bavaglio» aveva detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, in apertura della conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni. «Certo, i giornalisti non sono infallibili e chi sbaglia deve assumersi le proprie responsabilità; ma occorrono regole nuove - ha sottolineato ancora -. Anche per un semplice richiamo disciplinare ci sono cinque gradi di giudizio. Occorre inoltre una norma che permetta agli Ordini di dare pubblicità alle sanzioni comminate senza rischiare di essere sottoposti a esorbitanti richieste risarcitorie per violazione della privacy». «Spero che tra le tante domande che Le verranno rivolte ce ne sia almeno una sul precariato nell’informazione - ha proseguito Bartoli -. Un giornalismo responsabile e al passo con i tempi è indispensabile per un paese moderno, ma siamo legati ad una legge professionale che fra poco compie sessanta anni, con princìpi ancora validi ma tante norme obsolete e inadeguate. Chiediamo al Parlamento e al governo di affrontare questi nodi ormai indifferibili. Informazione e comunicazione sono la risorsa più preziosa del nostro tempo, l’asse portante per la costruzione del nostro futuro. Noi ci siamo, e non faremo mancare impegno e passione, nel rispetto della nostra Costituzione, che è e resterà il nostro punto di riferimento etico e civico. Per continuare ad essere al servizio dei cittadini, della democrazia, dell’Italia».
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