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Drusilla Foer strega Sanremo: “La diversità? Ascoltiamo noi stessi e gli altri, ascoltiamo le nostre unicità”

«La parola diversità non mi piace, ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che non mi convince», dice Drusilla Foer nel suo monologo a Sanremo. «Ho cercato un termine per sostituirla e ho trovato unicità, mi piace, piace a tutti, perché tutti noi siamo capaci di notare l'unicità dell’altro e tutti pensiamo di essere unici. ma per comprendere e accettare la propria unicità è necessario capire di cosa è fatta, di che cosa siamo fatti noi, certamente delle cose belle, ambizioni, valori, convinzioni, talenti».

«Non è affatto facile ma vanno prese per mano tutte le cose che ci abitano e portate in alto, nella purezza della libertà», dice, salutata da lungo applauso del pubblico. «Sono una persona molto fortunata a essere qui, ma date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo insieme l’atto più rivoluzionario che c'è, l’ascolto di se stessi, delle nostre unicità, per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni, facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio, senza vergogna, liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità».

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