Per il monologo, la sua prova più attesa all’Ariston, Chiara Ferragni si presenta in scena al Festival di Sanremo con un vestito naked dress con un ricamo trompe l’oeil del suo corpo: "Non sono nuda - spiega - è un disegno del mio corpo». Ancora un abito-manifesto, per un discorso motivazionale rivolto a tutte le donne, un invito a sconfiggere le insicurezze, a celebrare i successi, a «lottare insieme ogni giorno per cambiare le cose».
Lo spunto è una lettera immaginaria a Chiara bambina: «Ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so perché - esordisce Ferragni emozionata fino alla commozione finale - forse perché mi manchi, vorrei farti uscire un po' di più, farti vedere come è ora la mia vita. La gente mi conosce, mi chiede i selfie, è bello essere apprezzati da milioni persone, ma l'importante è piacere a me stessa. Voglio farti una promessa, ho sempre cercato di renderti fiera, tutto quello che faccio, lo faccio per te, per la bambina che sono stata».
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«Una cosa mi fa stare male - confessa l’imprenditrice digitale - il pensiero fisso non sentirmi abbastanza. l’ho pensato anche di te, ma non lo meriti, sei abbastanza, lo sei sempre stata. Tutte le volte in cui non ti sei sentita abbastanza brava bella intelligente, lo eri, e se ti sentirai ancor così, questo è uno di quei momenti, pensa che le sfide più importanti sono solo, sempre nella nostra testa e solo con noi stessi». Anche la paura, sottolinea, va affrontata: «Se una cosa ti fa paura probabilmente è la cosa giusta da fare, solo rischiando si vince contro le insicurezze, alcune le sconfiggerai, ma capirai anche che va bene così, abbiamo tutti la scritta 'fragilè sulla nostra pelle».
Nel monologo di Chiara c'è anche spazio per la maternità: «Ho due bambini splendidi, diventerai una mamma anche tu, e sarai sempre la stessa persona, con gli stessi dubbi e insicurezze di sempre, i genitori crescono con te, è il lavoro più faticoso di tutti, ma le uniche persone che potranno giudicare il tuo operato sono i tuoi figli». Ferragni punta il dito contro la cultura «sbagliata che ci insegna ad essere solo mamme, che fa sentire in colpa le donne perché lavorando sono lontane tra i figli, e gli uomini mai. Se farai sempre del tuo meglio per i tuoi figli, togliti ogni dubbio, probabilmente sei una brava madre, anche se non perfetta». Poi un consiglio a Chiara bambina: «Celebra sempre i tuoi successi, non sminuirti mai di fronte a nessuno. Se nascondi il tuo corpo sei una suora, se lo mostri sei una troia, è sessismo normalizzato: tu sfidali e non aver mai paura delle conseguenze di quello che sei. Essere donna non è un limite: lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando anche in questo momento. Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, alla fine andrà tutto bene, sono fiera di te».
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