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Marilyn Monroe moriva 60 anni fa, ma il mito è intramontabile

Evocata da Kim Kardashian, è tornata a vivere in maggio al Gala del Met, mentre un ritratto firmato Andy Warhol veniva battuto all’asta per 195 milioni di dollari: un record. Intanto Venezia prepara il tappeto rosso per "Blonde", la rivisitazione dei suoi drammi interiori in una Hollywood che divora spietata i suoi miti firmata da Andrew Dominik per Netflix con la cubana Ana de Armas protagonista. 60 anni fa, nella notte tra 4 e 5 agosto, cessava di vivere Marilyn Monroe, la diva delle dive. Aveva solo 36 anni ed era nel pieno di una carriera inarrestabile, fermata da una overdose di barbiturici, per sempre giovane, per sempre nel pieno della sua bellezza. La versione ufficiale dichiarò il «probabile suicidio», ma tante furono le tesi controverse, tra cui morte per omicidio commissionato da Robert Kennedy e commesso dal Dottor Ralph Greenson - psichiatra di Marilyn - con un’iniezione letale; oppure omicidio perpetrato dalla mafia di Chicago per vendicarsi dei Kennedy che gli avevano fatto la guerra.

Quale che fosse stata la causa, Norma Jean Baker, questo era il suo vero nome, lasciò un vuoto incolmabile diventando istantaneamente una leggenda. Il mondo fu sconvolto al punto che una settimana dopo si registrò un’impennata di suicidi. Dieci anni dopo, Elton John dedicò alla sua scomparsa la famosa canzone «Candle in the Wind" per celebrare un’esistenza fragile come una fiammella sbattuta dal vento: un brano poi adattato per ricordare al suo funerale la principessa Diana. Faceva jogging, leggeva Dostoevskij. Per molti soltanto un simbolo, anzi «il» simbolo, del sesso in un’America ancora lontana dalla rivoluzione sessuale, Marilyn non era soltanto questo, come racconta il libro di Joyce Carol Oates (in Italia pubblicato da La Nave di Teseo) che ha ispirato il film di Dominik con Ana de Armas di cui Netflix ha appena diffuso il secondo trailer in vista del debutto globale in streaming il 28 settembre (la diva del cinema senza sala cinematografica, i tempi cambiano). «Ho interpretato Marilyn Monroe, Marilyn Monroe, Marilyn Monroe», dice la ex Bond Girl: "Non ce la faccio a fare un’altra scena da Marilyn Monroe. Esiste solo sullo schermo, fuori sono Norma Jean».

A metà tra realtà e fiction, il film esplora la vita della diva dall’infanzia - figlia traumatizzata di madre single - alla fama e agli amori spesso infelici: Bobby Cannavale è "L'ex atleta" Joe di Maggio e Adrien Brody "Il commediografo" Arthur Miller da cui Marilyn divorziò l’anno prima del suicidio. Intanto fanno furore i cimeli: «A 60 anni dalla morte e lei continua ad essere una celebrità di serie A per collezionisti, fan e musei di tutto il mondo», ha detto Martin Nolan, il direttore della casa d’asta Julien's di Los Angeles che la scorsa settimana ha venduto un abito di William Travilla, che aveva disegnato i costumi di scena per sei film della Monroe, per 218,750 oltre il doppio della stima di partenza: era stato indossato nel classico del 1954 «Follie dell’Anno». L’abito più famoso, ovviamente, è il «naked dress», indossato per tre o quattro minuti - e forse danneggiato - sul red carpet del Met dalla Kardashian: così attillato che fu cucito addosso a Marilyn in un camerino del Madison Square Garden per cantare "Happy Birthday Mr. President» a J.F. Kennedy con cui, si mormorava allora, aveva avuto una storia due mesi prima, a casa di Bing Crosby.

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