Una battuta infelice del presidente Massimo Cellino, o come sostiene lui «fraintesa», finisce per rendere ancora più ingarbugliato il momento di Mario Balotelli, escluso dall’ultima partita del Brescia per scarsa intensità in allenamento. Cosa succede con Balotelli? «Che è nero, cosa devo dire, che sta lavorando per schiarirsi però c'ha molte difficoltà», ha detto sorridendo il n.1 del Brescia, prima dell’assemblea di Lega avviando una lunga analisi sulla necessità di risposte sul campo e non sui social dall’attaccante, che non va considerato il capro espiatorio della crisi della squadra ultima in Serie A. Un paio d’ore dopo, mentre le sue parole campeggiavano sui siti web di mezzo mondo, per smentire ogni interpretazione razzista, una nota del Brescia ha precisato che era «una battuta a titolo di paradosso, palesemente fraintesa», un «tentativo di sdrammatizzare un’esposizione mediatica eccessiva e con l'intento di proteggere il giocatore». Ma lo stesso Cellino, al termine dell’assemblea di Lega non ha spiegato bene cosa intendesse: «Chi è che mi ha dato del razzista? Io non mi devo mica discolpare di una cosa alla quale non credo. Non sapete più che caz... scrivere», ha detto ai giornalisti che lo invitavano a chiarire: «Se chiarisco faccio ancora più danni. Le persone per bene mi conoscono». Così finisce in secondo piano il resto dei concetti espressi da Cellino, che nella decina di minuti dedicati alla punta di 29 anni, ha bacchettato anche il nuovo allenatore, Fabio Grosso, per aver parlato in conferenza stampa di Balotelli e non della squadra: «Ho preso Mario perché poteva essere un valore aggiunto. Per sovraesposizione lo abbiamo fatto diventare un punto di debolezza». Cellino ha assicurato di non sentirsi tradito dal centravanti, 2 reti in 7 gare, inclusa quella di Verona, dopo aver scagliato il pallone verso gli ultrà dell’Hellas reagendo ai cori razzisti. Ieri, invece, alle critiche ha risposto su Instagram con un sibillino «lascio parlare». «Forse Balotelli dà più peso ai social che ai valori da sportivo - ha notato il presidente -. Ha ancora un’età per dire qualcosa nel calcio. Quando sarà in condizione di farlo, se lo sarà, risponderà in campo e tornerà a essere un calciatore. Ora mi sembra un pò lontano dall’esserlo». E ancora. «È troppo facile usarlo come capro espiatorio - ha precisato Cellino -. Balotelli andava aiutato più di quanto lui potesse aiutare noi. Ora ci siamo indeboliti, è più difficile farlo. Dobbiamo parlare meno possibile e spegnere 'sti ca... di social».