Si può parlare di impresa, ma non è certo di quelle di cui andare fieri. Tre autogol in mezz'ora di gioco. E' quanto riuscito a Meikayla Moore, difensore della nazionale femminile di calcio della Nuova Zelanda. Nella partita contro gli Usa, valida per la settima edizione della She Believes Cup, la Moore ha infilato per tre volte il suo portiere in 31 minuti. Una giornata da dimenticare, maturata in occasione della 50esima presenza in nazionale della 26enne. La prima autorete al 5' del primo tempo, quando è intervenuta con una girata di destro sul cross dell'avversaria Sophia Smith, infilando la sua porta e interrompendo una striscia d'imbattibilità della porta neozelandese attiva da 181 minuti. Dopo soli 60 secondi la Moore si è ripetuta, deviando di testa nella sua porta un altro cross. La terza autorete è arrivata invece al 36', questa volta di sinistro. Le compagne di squadra hanno provato a consolare la giocatrice e la sua allenatrice Jitka Klimkova, vedendola in evidente difficoltà, ha deciso di sostituirla al 40' del primo tempo con Rebekah Stott. Alla fine la Nuova Zelanda ha perso 5-0, e il lavoro più difficile la ct neozelandese Jitka Klimkova lo ha dovuto svolgere alla fine, quando ha cercato di consolare la sua giocatrice, affranta al punto che al 40' pt si è chiamata fuori dal match e l’allenatrice l’ha sostituita con Rebekah Stott. "Moore ha avuto una giornata difficile, ovviamente, è triste e delusa, ma è una persona forte e una giocatrice che appartiene a questa squadra - il commento della Klimkova -. Siamo tutti con lei in questo momento difficile». Tra le giocatrici statunitensi ha fatto la sua comparsa per la seconda volta in assoluto nella nazionale maggiore (aveva esordito nel match precedente contro la Repubblica Ceca) la 19enne Trinity Rodman, attaccante entrata all’11' st al posto dell’altra punta Margaret Purce. Trinity è la figlia dell’ex superstar Nba Dennis Rodman, noto per i suoi comportamenti fuori dal campo a dir poco stravaganti ma anche per l’efficacia difensiva e a rimbalzo, vincitore di titoli con i Detroit Pistons e soprattutto con i Chicago Bulls di Michael Jordan e Scottie Pippen. Sua figlia è stata 'rookiè dell’anno nello scorso torneo della lega professionistica femminile, dove gioca con Washington, ed è diventata, a nemmeno 20 anni, la calciatrice più pagata della Nwsl, avendo firmato un contratto da 281mila dollari all’anno più i premi, che supera quelli di fenomeni del calcio femminile come Alex Morgan e Megan Rapinoe, che ne percepiscono 250mila. Come dire che in casa Rodman buon sangue non mente, anche se si tratta di due sport diversi.