Sabato 23 Novembre 2024

Compagno, papà d'arte che fece sorridere Cosenza e piangere Messina: “Mio figlio verso l'azzurro”

Rosario Compagno sfoggia un inconfondibile accento palermitano, ma dal suo libro dei ricordi non saltano fuori solo aneddoti a tinte rosanero. Da qualche giorno lo cercano tutti. Ma proprio tutti. Perché? Suo figlio Andrea, un “armadio” di 195 centimetri, a furia di gonfiare reti di qua e di là (oggi è l'attaccante principe della rediviva Steaua Bucarest, “ieri” si è messo in mostra nel campionato di San Marino, “l'altro ieri” girovagava tra i Dilettanti in Italia) ha convinto il ct Mancini. Sì, proprio lui. Perché la società romena, nei giorni scorsi, ha ricevuto una comunicazione dalla Federazione italiana: Compagno junior fa parte della lista dei preconvocati che l'allenatore azzurro ha presentato in vista delle prossime gare di qualificazione per gli Europei del 2024. Non una competizione qualunque dopo la doccia gelata dell'eliminazione alle qualificazione dei Mondiali in Qatar. E l'Italia, a prescindere dall'assenza (ingiustificatissima) in Asia, si presenterà con i gradi di squadra campione in carica. «Una premessa fondamentale», esordisce Compagno senior, «essere preconvocati non significa avere la certezza di far parte del gruppo azzurro, ma comunque si tratta di un primo passo. Andrea ci spera, anche se non è scontato».

Compagno junior, un figlio (calcisticamente)... ingrato

Papà Rosario è orgoglioso di Andrea - e ci mancherebbe che non fosse così - anche se (simpaticamente) un sassolino dalla scarpa se lo leva. «Ce lo ricordò finanche il Corriere dello sport il giorno dopo l'eliminazione dell'Under 17 del Palermo da me allenata a opera del Catania. E indovinate chi segnò il gol decisivo dei rossoblù? Andrea, mio figlio. Come dimenticarlo?». E ai tempi delle giovanili del Catania, Compagno junior era allenato da Ezio Raciti, che i tifosi del Messina conoscono bene. Così come conoscono bene Compagno senior che spense i sogni di 7mila tifosi sugli spalti del via del Mare.

Uno spareggio drammatico

Drammatico, dunque. Perché lo spareggio valido per la promozione in C1 nella stagione 1998-1999, contro lo Sporting Benevento, sembrava più facile di ciò che alla fine si è rivelato. Quella tavola apparecchiata per festeggiare la promozione (sugli spalti dello stadio leccese, i tifosi del Messina erano il doppio rispetto a quelli sanniti) è stata rovinata dal destro del... mancino Rosario Compagno. Lui, palermitano di nascita, che di gol ne aveva segnati (e ne segnerà anche dopo) pochissimi, fece esplodere lo spicchio di curva del Benevento con un gol nei supplementari con il piede - appunto - debole. Una beffa in salsa siciliana avviata da un messinese doc come Bertuccelli che aveva segnato l'1-1 dopo il vantaggio siglato da Scaringella.

La parentesi rossoblù tra gioie e dolori

Ma il nome di Rosario Compagno è fortemente legato al Cosenza dell'era Pagliuso, negli anni '90. Nella città dei bruzi lo ricordano con grandissimo affetto. Era l'epoca d'oro del calcio cosentino, con i “lupi” che sfiorarono la promozione in A. Gli anni dell'afflato incredibile con il pubblico, del dominio - in campo e nei cuori - di Gigi Marulla, ma anche dei grandi lutti: da Bergamini a Catena. Anni intensissimi.

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