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Napolitano: lascerò nel 2013

Giorgio Napolitano conferma che lascerà il Quirinale alla data prevista, cioè nel maggio 2013, e così sfila senza ambiguità il suo nome dai tanti "rumours" di stampa che parlano della nascita di un'assemblea costituente con una proroga di 12 mesi per il suo incarico al colle e per quello di Monti a palazzo Chigi . Un dibattito politico - non privo di veleni - che si sta svolgendo quasi sotto-traccia e che é stato aperto da Marcello Pera con la sua proposta di assemblea costituente illustrata proprio al capo dello Stato nei giorni scorsi. Ma le tante indiscrezioni, ed anche alcune letture malevole, sulla sua voglia di restare al Quirinale, hanno convinto ieri il presidente della Repubblica che era ora di intervenire con decisione. Detto e fatto: Napolitano premette di aver accolto "con attenzione ed interesse le motivazioni e le finalità" dell'iniziativa dell'ex presidente del Senato ma fa sapere di aver ribadito a Pera "il suo fermo intendimento di considerare conclusa - alla scadenza del mandato, nel maggio del 2013 - la sua esperienza al Quirinale".

Nessuna proroga quindi e nessuna voglia di proroga, si ribadisce dal Colle dove si è consapevoli della "delicatezza costituzionale" della materia. Non a caso la proposta di una proroga di Napolitano e Monti per dar vita a una costituente viene definita addirittura "un'apocalisse costituzionale", da uno dei più noti costituzionalisti italiani Michele Ainis. Non è un mistero poi che il presidente da tempo chieda alle forze politiche di mettersi d'accordo almeno sulle "riforme possibili", al minimo su quella della legge elettorale. Naturalmente il dibattito politico procede su due binari: quello alto, costituzionale, per riformare le istituzioni del Paese; quello piu pratico e di corto respiro che legge la proposta Pera in chiave di slittamento dell'appuntamento elettorale. Diversi quotidiani hanno riferito di una 'pazza idea' che cresce tra i partiti di prendere due 'piccioni con una fava': riformare il Paese ed allontanare un voto a rischio con una doppia proroga, quella di Monti e di Napolitano. Una "tentazione" che avrebbe anche Pier Ferdinando Casini, almeno secondo il 'Giornale' e 'Libero'. Ieri Marcello Pera ha spiegato così la propria idea al Corsera: serve una assemblea costituente che aiuti l'Italia ad uscire dalla fase di stallo in cui si trova e per riscoprire l'identità nazionale. "Convinto che l'intervento sia necessario ho presentato in modo del tutto autonomo un disegno di legge di revisione costituzionale per ottenere un risultato certo domani", ha scritto Pera al quotidiano milanese. Una proposta che il Pd rigetta ma con educazione: l'idea di Marcello Pera è "seria, dalle linee precise"; ma gli interlocutori nel Pdl sono "inaffidabili", osserva seccamente il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro.

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