Atleti dalle prestazioni senza paragoni, ma frutto di elaborazioni genetiche. L'avvento dei superuomini dai muscoli plasmati dal "doping genetico" e migliorati nelle loro capacità sportive, potrebbe far cambiare le regole dello sport e delle Olimpiadi del futuro. A questa e ad altre prospettive, Nature dedica una rassegna, a nove giorni dall'inizio dei Giochi olimpici di Londra 2012.
- TRE SCENARI FUTURI: La questione dei geni è sempre più legata alle prestazioni atletiche, alle quali sono finora stati associati almeno 200 tipi di varianti genetiche. Secondo gli studiosi, i responsabili delle Olimpiadi del futuro dovranno valutarne le implicazioni. Il primo dei tre scenari proposti da Nature prevede una situazione sostanzialmente simile a quella attuale, con atleti naturalmente dotati, come è stato negli ultimi secoli. Il secondo scenario prevede l'introduzione di handicap simili a quelli previsti in alcuni sport, in modo da equiparare le gare per atleti 'normali' e quelle per atleti potenziati geneticamente. Una terza opzione, esclusi eventuali pericoli per la salute, sarebbe quella di consentire agli atleti il "doping genetico", modificando il loro Dna allo scopo di aumentarne le prestazioni atletiche.
- ATLETI CON UN SUPER-DNA: molti atleti ricavano vantaggi nel loro Dna. E' il caso dello sciatore di fondo finlandese Eero Maentyranta, al quale è stata riscontrata una mutazione nel gene EPOR, che gli consentiva di produrre più globuli rossi del normale, aumentando la sua capacità di trasportare ossigeno del 25-50%, fattore che probabilmente lo aiutò a vincere negli anni '60 ben sette medaglie olimpiche. Un altro caso significativo e' quello del corridore sudafricano Oscar Pistorius, inizialmente rifiutato alle Olimpiadi di Pechino del 2008 per l'uso delle sue protesi, erroneamente considerate un vantaggio. Oggi Pistorius fa ufficialmente parte della squadra sudafricana a Londra e il suo caso potrebbe costituire un precedente anche in vista di una graduale accettazione dell'intervento genetico sulla prestazione degli atleti.
- DOPING GENETICO: Anche per l'uso di sostanze dopanti, potrebbero cambiare le prospettive. "C'é una corsa agli armamenti per migliorare le prestazioni nello sport", commenta Thomas Murray, ex presidente dell'Hastings Center, fondazione bioetica di New York. "Probabilmente potrei fare quattro miglia in salita molto meglio con l'EPOR e ancora meglio con un motore sulla bici". "Ma questo non è sport e nessuno dei due è un farmaco". Una posizione, questa, condivisa dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) e da gran parte delle organizzazioni sportive. "C'é però chi sostiene - spiega Helen Thompson, di Nature - che le autorità sportive dovrebbero consentire agli atleti di usare quello che vogliono, purché lo facciano in modo sicuro".
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