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L'Italia attraverso
la Festa dell'Unità

ANNA TONELLI
"FALCE E TORTELLO - STORIA POLITICA E SOCIALE DELLE FESTE DELL'UNITA' (1945-2011)"
(LATERZA, pp. 220 - 15,00 euro)

In una località turistica e vacanziera toscana un tempo, nei giorni di ferragosto, si svolgeva la Festa dell'Unità con i soliti stand, per mangiare, ma anche di propaganda, di simboli sovietici, di libri e di oggetti dell'Europa orientale o del terzo mondo. Oggi negli stessi spazi si volge, non meno affollata, una qualsiasi saga del pesce contornata da un falso mercatino dell'antiquariato. In oltre sessant'anni di storia è questa una realtà che la dice lunga sul tracollo dei partiti, del consenso verso la politica, del sospetto verso le ideologie.
Per questo il saggio di Anna Tonelli, docente di Storia contemporanea a Urbino, che ripercorre le vicende delle Feste dell'Unità, diventa emblematico per capire non solo il volto e il ruolo svolto dal Pci nella storia italiana del dopoguerra, ma proprio i mutamenti della nostra società che quelle feste rispecchiano e rincorrono, cercando vanamente di influenzarli.
Del resto la storiografia moderna, di scuola francese, ci ha ormai fatto capire come spesso siano la vita quotidiana e gli avvenimenti di costume più utili dei grandi avvenimenti storici e politici per capire un periodo.

La definizione più calzante di quelle feste, come ribadisce la Tonelli, l'ha data forse Alberto Moravia nel 1976, affermando che "i festival dell'Unità hanno il vantaggio di combinare in sé tre idee base: quella della festa cattolica, quella del Soviet e quella del mercato", cercando una sintesi capace di sedurre il pubblico. La prima, a Marano Comense nel settembre 1945, subito dopo la Liberazione, si chiamava 'Scampagnata dell'Unita", le ultime hanno cancellato il nome dello storico quotidiano e dal 2008 si chiamano Feste democratiche, senza bandiere rosse e senza più il grande comizio di chiusura, ma con il segretario del Pd intervistato da un giornalista televisivo.

 Insomma, sono avvenimenti attraverso cui osservare culture politiche, passioni civili, linguaggi e simbologie sociali, identità individuali e collettive, visto che queste feste erano diventate parte integrante del costume italiano, anche se al Sud arrivano solo negli anni Settanta (la prima a Palermo nel 1971 e poi quella nazionale a Napoli nel '76, dopo l'elezione a sindaco di Maurizio Valenzi) e appare visibile il passaggio dall'impegno e dalla partecipazione politica a quello spettacolare con cantanti del momento. E dietro, però, come rileva costantemente la Tonelli, ieri e oggi sempre la forza di tutti quei compagni volontari che costruiscono stand, lavorano, cucinano, fanno servizio d'ordine in nome di una fede e un senso di comunità, che via via vede aumentare il ruolo delle donne e dei giovani, come in tutto il paese.

Insomma nelle feste dell'Unità, di cui in queste pagine si ricordano curiosità e storie di ogni tipo, si riversa e si ritrova l'Italia del boom economico, quella degli anni della contestazione e del movimentismo anni Settanta, l'edonismo del decennio seguente, sino al crollo dei muri, a Mani Pulite e a quei sovvertimenti che hanno portato alla difficile realtà attuale per la politica.

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