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Apocalypse Baby
tra eros e adolescenti

 

ANSA/ LIBRO DEL GIORNO: APOCALYPSE BABY,TRA EROS E ADOLESCENTI
NUOVO NOIR ON THE ROAD AL FEMMINILE PER VIRGINIE DESPENTES
            
            (di Daniela Giammusso)    (ANSA) - ROMA, 10 SET - VIRGINIE
DESPENTES, 'APOCALYPSE BABY' (Einaudi, pp. 316 - 18,00 euro).
"Da quando lavoro qui, non mi hanno fatto fare altro che
pedinare adolescenti. Non c'é ragazzino che possa fumarsi una
canna senza che io gli sia attaccata al culo. I primi anni però
non capitava che pedinassi giovani di meno di quindici anni.
Oggi non mi stupirebbe che mi mandassero alle elementari. Gli
adulti della mia generazione s'infiltrano nella vita dei loro
figli, non sono disposti a lasciarsi sfuggire la giovinezza per
la seconda volta. Non si può dire che detesti quello che
faccio, ma truccare i cellulari dei ragazzini è un atto per
niente eroico e tanto meno eccitante".
Provocatoria, scandalosa, volutamente sfacciata e politicamente
scorretta, Virginie Despentes è tornata in libreria. A quasi
vent'anni dal suo primo chiacchieratissimo 'Baise moi', una
sorta di Thelma & Louise versione hard uscita in Italia come
'Scopami' e divenuta subito anche un film passato alla Mostra
del cinema di Venezia, la scrittrice e regista francese ora
firma 'Apocalypse Baby', noir on the road tutto al femminile che
in patria ha già vinto il premio Renaudot, arrivando finalista
al Goncourt.
Quarantatre anni intensamente vissuti, tra una lunga militanza
punk, prostituzione, trattamenti psichiatrici e uno stupro, la
Despentes (al momento impegnata anche nella trasposizione
cinematografica del suo 'Bye Bye Blondie' con Beatrice Dalle ed
Emmanuelle Beart protagoniste) questa volta si tuffa, a suo
modo, nel mondo degli adolescenti.
'Apocalypse baby' (il cui titolo ricorda la discesa agli inferi
del capitano Willard di Coppola) racconta di due donne,
diversissime: Lucie Toledo, giovane detective etero di non
particolare talento, e 'La Iena', lesbica divenuta leggenda nel
suo ambiente per il fenomenale intuito ma anche per la violenza
che è in grado di tirar fuori all'occorrenza. La loro missione
é ritrovare Valentine Galtan, adolescente fuggita da casa.
Inizia così l'affresco di un'età scombinata come quella dei
teenager alla ricerca di sé, tra la Parigi dei salotti borghesi
e lo squallore dei sobborghi di periferia, e una Barcellona
coloratissima e tentacolare. Una ricerca in cui ogni passo
avanti (o indietro) passa per una nuova esperienza sessuale, di
Valentine, sedicenne cocainomane espulsa da una serie di scuole
private, figlia di uno scrittore frustrato e di una madre
marocchina che l'ha abbandonata quando aveva appena due anni.
Dei maschi che incontra, che del sesso fanno un'arma pur
incapaci di usarla davvero. Della Iena e delle sue amiche,
disinibite oltre ogni fantasia. E di Lucie, che solo scoprendo
per la prima volta la sensualità di un amore omosessuale sembra
liberare la vera se stessa, in modo del tutto simile a come
qualche anno fa la Despentes raccontò l'incontro con la sua
compagna, la filosofa Beatriz Preciado. E come per lei, anche
per le sue nuove eroine, sempre un po' racchie, c'é uno stupro,
a volte fisico a volte morale, a render loro la forza della
libertà personale. Perché quello che l'autrice attacca,
ancora, sono prima di tutto le prigioni culturali che hanno
fatto della donna una vittima. Il sesso, la pornografia, sono
invece i grandi rivelatori di noi stessi. Ma attenzione ai
ragazzi, sembra dire questa volta, nascondendo tra i corridoi di
un convento pericolosi intrighi mascherati da fanatismi di
grandi ideali.
Tradotto da Silvia Marzocchi, 'Apocalypse Baby' è infatti
sempre un noir, in cui ogni personaggio ha il suo momento, la
sua occasione per raccontare il proprio punto di vista. Fino a
quello a sorpresa e drammaticamente d'attualità di Valentine.
(ANSA).

VIRGINIE DESPENTES
"APOCALYPSE BABY"
(Einaudi, pp. 316 - 18,00 euro).

 

 

"Da quando lavoro qui, non mi hanno fatto fare altro che pedinare adolescenti. Non c'é ragazzino che possa fumarsi una canna senza che io gli sia attaccata al culo. I primi anni però non capitava che pedinassi giovani di meno di quindici anni. Oggi non mi stupirebbe che mi mandassero alle elementari. Gli adulti della mia generazione s'infiltrano nella vita dei loro figli, non sono disposti a lasciarsi sfuggire la giovinezza perla seconda volta. Non si può dire che detesti quello che faccio, ma truccare i cellulari dei ragazzini è un atto perniente eroico e tanto meno eccitante".

Provocatoria, scandalosa, volutamente sfacciata e politicamente scorretta, Virginie Despentes è tornata in libreria. A quasivent'anni dal suo primo chiacchieratissimo 'Baise moi', una sorta di Thelma & Louise versione hard uscita in Italia come 'Scopami' e divenuta subito anche un film passato alla Mostra del cinema di Venezia, la scrittrice e regista francese ora irma 'Apocalypse Baby', noir on the road tutto al femminile che in patria ha già vinto il premio Renaudot, arrivando finalista al Goncourt.

Quarantatre anni intensamente vissuti, tra una lunga militanza punk, prostituzione, trattamenti psichiatrici e uno stupro, la Despentes (al momento impegnata anche nella trasposizione cinematografica del suo 'Bye Bye Blondie' con Beatrice Dalle ed Emmanuelle Beart protagoniste) questa volta si tuffa, a suo modo, nel mondo degli adolescenti. 

'Apocalypse baby' (il cui titolo ricorda la discesa agli inferi del capitano Willard di Coppola) racconta di due donne, diversissime: Lucie Toledo, giovane detective etero di non particolare talento, e 'La Iena', lesbica divenuta leggenda nel suo ambiente per il fenomenale intuito ma anche per la violenza che è in grado di tirar fuori all'occorrenza. La loro missione é ritrovare Valentine Galtan, adolescente fuggita da casa. 

Inizia così l'affresco di un'età scombinata come quella dei teenager alla ricerca di sé, tra la Parigi dei salotti borghesie lo squallore dei sobborghi di periferia, e una Barcellona coloratissima e tentacolare. Una ricerca in cui ogni passo avanti (o indietro) passa per una nuova esperienza sessuale, di Valentine, sedicenne cocainomane espulsa da una serie di scuole private, figlia di uno scrittore frustrato e di una madre marocchina che l'ha abbandonata quando aveva appena due anni.

Dei maschi che incontra, che del sesso fanno un'arma pur incapaci di usarla davvero. Della Iena e delle sue amiche, disinibite oltre ogni fantasia. E di Lucie, che solo scoprendo per la prima volta la sensualità di un amore omosessuale sembra liberare la vera se stessa, in modo del tutto simile a come qualche anno fa la Despentes raccontò l'incontro con la sua compagna, la filosofa Beatriz Preciado. E come per lei, anche per le sue nuove eroine, sempre un po' racchie, c'é uno stupro, a volte fisico a volte morale, a render loro la forza della libertà personale. Perché quello che l'autrice attacca, ancora, sono prima di tutto le prigioni culturali che hanno fatto della donna una vittima. Il sesso, la pornografia, sono invece i grandi rivelatori di noi stessi. Ma attenzione ai ragazzi, sembra dire questa volta, nascondendo tra i corridoi di un convento pericolosi intrighi mascherati da fanatismi di grandi ideali. Tradotto da Silvia Marzocchi, 'Apocalypse Baby' è infatti sempre un noir, in cui ogni personaggio ha il suo momento, la sua occasione per raccontare il proprio punto di vista. Fino a quello a sorpresa e drammaticamente d'attualità di Valentine.

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