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La storia del mondo
in 100 oggetti

NEIL MACGREGOR
LA STORIA DEL MONDO IN 100 OGGETTI
(ADELPHI, PP. 706, 49,00 EURO)
 

La storia, si sa, la scrivono i vincitori, specie quando sono gli unici in grado di farlo. Se vogliamo sentire l'altra campana, ricostruire il punto di vista dei vinti, la voce delle civiltà conquistate e distrutte, ci restano spesso solo gli oggetti. E raccontare una storia attraverso gli oggetti è da sempre lo scopo di ogni museo. Neil MacGregor, dal 2002 dinamico direttore del monumentale British Museum di Londra, ha fatto di più.

 Si è lanciato nella sfida di raccontare l'intera storia del mondo attraverso una selezione di 100 oggetti, tutti rigorosamente scelti fra le cose conservate nel suo museo. E di proporre questo racconto alla radio, semplicemente sostituendo alle immagini una serie di storie. Trasmesse tre anni fa dalla Bbc, queste puntate hanno fatto il boom. Anzi di più. Accompagnate da discussioni, polemiche, persino scommesse su quale sarebbe stato il prossimo oggetto incluso nel racconto, queste trasmissioni, alle quali hanno partecipato di volta in volta anche altri storici, scienziati, artisti, sono diventate un caso e poi un libro, che ora esce anche in Italia pubblicato da Adelphi.

 Un libro particolare, che per certe sue caratteristiche si avvicina un po' a un'enciclopedia, appassionante però come un romanzo. Corredato, lui sì, anche di tante immagini, il volume è un viaggio indietro nel tempo attraverso tutto il globo, dall'Africa delle prime testimonianze, con i rozzi coltelli di pietra che due milioni di anni fa hanno consentito all'uomo di diventare più forte mangiando carne e midollo, fino alla Cina del 2010, dove per l'equivalente di 45 dollari si poteva comprare un piccolo kit per costruire una lampada ad energia solare. In mezzo c'é naturalmente di tutto, da una pentola a un galeone d'oro, dall'aristocratica mummia del sacerdote egizio Hornedjitef al tesoro vichingo sepolto nel 927 dopo Cristo in un campo di quello che oggi è il lussureggiante Yorkshire.

 Capolavori dell'arte, gioielli, monete, ogni oggetto anche il più umile si rivela una pentola magica di racconti e di storie. Come il misero scudo di corteccia australiano, unica cosa a dare voce, oggi, all'uomo senza nome che quasi 250 anni fa - era l'aprile del 1770 - a Botany Bay si trovò di fronte i volti bianchi e minacciosi delle truppe europee guidate da James Cook. Quella che alla fine ne viene fuori è una storia sicuramente inconsueta, ammette MacGregor, "con poche date epocali, battaglie famose o avvenimenti celebri, anche se gli eventi canonici - la nascita dell'impero romano, la caduta di Baghdad distrutta dai mongoli, il rinascimento europeo, le guerre napoleoniche, la bomba di Hiroshima - sono presenti di riflesso, nei singoli oggetti". 

Di certo è un approccio non privo di fascino. E che nelle conclusioni del vulcanico direttore sembra portare anche una sorta di morale: quella che tutta l'umanità "ha le stesse necessità e le stesse preoccupazioni, le stesse paure e le stesse speranze". E che gli oggetti "ci costringono a riconoscere che siamo cambiati pochissimo da quando i nostri antenati lasciarono l'Africa orientale per popolare il pianeta. Con la pietra o con la carta - scrive MacGregor - con l'oro, le piume, il silicio, continueremo a costruire oggetti che modellano o riflettono il nostro mondo e che un giorno diranno chi siamo alle generazioni future". Lui, intanto, si è già lanciato in un nuovo progetto: una serie di trasmissioni sulla Bbc, andate in onda a luglio di quest'anno, per raccontare in 20 oggetti la storia di Shakespeare e del suo tempo. Naturalmente ci sarà anche una mostra. E subito dopo un libro.

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