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Ilva, gli operai
bloccano Taranto

E' cominciata sulla statale Appia, che collega Taranto a Bari, la protesta degli operai del siderurgico Ilva, dove oggi ha preso il via la due giorni di sciopero indetto da Fim Cisl e Uilm Uil contro il blocco degli impianti disposto dalla magistratura. Al momento sono un migliaio i lavoratori che manifestano. Altri operai si sono diretti verso la 106 jonica che collega Taranto a Reggio Calabria. Anche nelle scorse settimane, durante i momenti piu' aspri della protesta operaia a tutela dei propri posti di lavoro, si registrarono diversi blocchi stradali che praticamente paralizzarono gli accessi alla citta'.
  L'orologio del dossier Ilva sembra dunque tornato indietro di due mesi.

Lo sciopero riguardera' tutto il siderurgico e andra' avanti sino a conclusione del primo turno. Sciopero totale invece nel secondo e terzo turno. Stessa cosa avverra' domani. La Fiom non ha aderito allo sciopero: il sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha chiesto a Fim e Uilm di tenere assemblee anziche' gli scioperi. Fim e Uilm sono invece di avviso contrario e precisano che la loro protesta non e' contro la magistratura ma vuole invece rivendicare una compatibilita' fra risanamento ambientale degli impianti e tutela del lavoro attraverso un cronoprogramma che non penalizzi i posti di lavoro. Contro gli scioperi si e' schierato anche il comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti" che stamattina ha avuto scontri polemici con i delegati di Fim e Uilm. Il comitato, cui aderiscono anche lavoratori Ilva, imputa ogni rsponsabilita' al gruppo Riva che in questi anni non ha mai investito adeguatamente per la messa a norma del siderurgico di Taranto. Ieri il gip aveva bocciato il piano aziendale da 400 milioni di euro e stoppato la possibilita' di continuare a produrre, sia pure ad un passo di marcia ridotto. (AGI)

ANCHE L'ARCIVESCOVO DI TARANTO INCONTRERA' OPERAI

Anche l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro incontrera' oggi gli operai Ilva per manifestare la sua solidarieta'.
  L'arcivescovo e' piu' volte intervenuto sulla vicenda, chiedendo che il risanamento ambientale degli impianti siderurgici non sottragga il lavoro a una citta' che sconta gia' una disoccupazione elevata e dove gia' moltissimi giovani sono costretti ad emigrare o a vivere nella precarieta'. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, ha invece scritto al premier Mario Monti affinche' il Governo intervenga sull'azienda e sia migliorato il piano per gli investimenti ambientali nella fabbrica .

 

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