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Coco Chanel tra genio
passione e solitudine

CLAUDE DELAY
COCO CHANEL - GENIO, PASSIONE, SOLITUDINE
(EDIZIONI LANDAU - COLLANA LE COMETE, PP. 376, EURO 26)

"La mia amicizia con Chanel è durata dieci anni, gli ultimi della sua vita. La sua intimità mi parve allora così rivelatrice che pubblicai di getto 'Chanel solitaire', i miei ricordi. Oggi torno a lei dopo un distacco di dieci anni. I numerosi libri e documenti pubblicati tracciano altri cammini, diversi dal mio". Claude Delay, scrittrice e psicanalista francese, ha avuto la fortuna di conoscere la mitica Coco negli ultimi anni della sua vita e di aver raccolto le sue confessioni che aveva già riunito in un primo libro biografico nel '71, un ritratto vero dell'indimenticabile signora della moda.

"Nato alla fine della sua vita, il mio unico proposito - scrive l'autrice della biografia che torna in libreria in Italia, ampliata e corretta dalla stessa autrice, l'1 ottobre, dopo essere stata pubblicata la prima volta nel '71 con lo pseudonimo di Claude Baillen - e' stato di ritrovare la sua storia, quella di una Chanel intima, il cui vissuto mi aveva fatto penetrare il segreto di un creatore al femminile e di un'inalterabile infanzia. Una Chanel gloriosa, ma anche ferita, fragile. Questo libro è la storia di una donna".
"Ho conosciuto Coco Chanel in Rue Cambon, sul finire della sua vita. Per caso - scrive - quel caso di cui lei aveva fatto la propria superstizione. Entrò nel suo negozio, dove stavo scegliendo un foulard stringendo dei libri sotto il braccio.

'Lei e' fortunata ad avere il tempo di leggeré mi disse. 'Io invece, vivo come una prigioniera. Venga a fare colazione con me un giorno'. Era così intensa, così accattivante sotto la sua paglietta dispotica, al fondo della scala aggrappata agli specchi, che indistintamente sentii su di lei gli effluvi del suo profumo e quelli, più proibiti, di un'inalterabile adolescenza. Chanel salutò per l'ultima volta la sua amica una domenica pomeriggio, sul marciapiede davanti all'Hotel Ritz, dove abitava a Parigi. Morì poche ore dopo, sola, nella sua stanza. Era il 10 gennaio 1971".

Dalle pagine del libro emerge il ritratto di una donna ambiziosa, inquieta, instancabile sul lavoro, preda di paure profonde e di passioni incontrollabili, ma soprattutto vittima di delusioni brucianti e di una solitudine che nessun amore né amicizia né trionfo riuscirono a cancellare. Chanel parla alla giovane cliente che diventa un'amica, senza segreti, raccontando di sé, delle ferite dell'infanzia, dei suoi abiti, dei successi e delle sconfitte. E, naturalmente, degli uomini della sua vita: il padre Albert, il grande e tragico amore Boy Capel, gli amanti famosi, il duca di Westminster, il granduca Dimitri Romanov, Pierre Reverdy, Paul Iribe, gli amici celebri, come Djagilev, Picasso, Misia Sert, Cocteau, Colette.

Il racconto di Claude Delay rappresenta, dunque, un caso a sé nella lunga serie di libri dedicati a Chanel, perché riproduce con assoluta fedeltà la voce stessa della creatrice di moda, le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, senza intenti celebrativi, ma con l'obiettivo di far conoscere una donna che fu eccezionale, ma anche infinitamente naturale.

Ma è anche una biografia per immagini: sono infatti una settantina le fotografie che costellano e accompagnano il racconto della vita della creatrice di moda più amata di tutti i tempi.

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