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Corona in tribunale
con la mamma

"Sono assolutamente cambiato", dice ai cronisti che lo rincorrono con mille domande. In elegante completo blu, Fabrizio Corona appare più pacato dell'immagine che in altre occasioni ha dato di sé quando a tarda mattinata arriva al Tribunale di Sorveglianza di Milano poco prima di presentarsi davanti ai giudici che dovranno decidere se accogliere la sua richiesta di 'saldare' il conto delle condanne definitive collezionate finora, un totale di 2 anni e 8 mesi, con l'affidamento in prova ai servizi sociali. Immutato, oltre al vezzo di sfoggiare occhiali da sole anche nei corridoi non certo luminosi del Tribunale (se li toglierà di fronte ai giudici), è l'orgoglio con cui parla del suo lavoro, un'attività per cui ha "trenta dipendenti" sottolinea e di cui elenca il fatturato. In Tribunale non è solo. Con lui c'é la mamma e uno dei due fratelli. E più tardi lo raggiunge anche Nina Moric, che con lui condivide ancora affetto e un figlio. L'ex fotografo dei vip, che non ha mai amato essere definito tale, saprà presto se il collegio (presidente Mariolina Panasiti) deciderà di accogliere la sua richiesta. Una domanda a cui lo stesso procuratore generale Antonio Lamanna ha dato parere favorevole, ritenendo che vi siano i requisiti tecnici, tra cui appunto un domicilio e un lavoro. E proprio di questo Corona ha parlato anche con i magistrati. Nel corso dell'udienza ha spiegato loro come si sviluppa la sua attività, a volte anche attraverso ospitate e ha chiesto in sostanza che le prescrizioni in termini di orari possano essere decise anche in considerazione di ciò. Delle disposizioni di entrata ed uscita da casa Corona le ha già e sono quelle che nei mesi scorsi gli sono state definite dal Tribunale di Milano, sezione misure di prevenzione. Non è preoccupato. A dirlo è lui stesso quando i cronisti glielo chiedono, anzi precisa: "Non sono preoccupato mai. Mi aspetto che oggi sia fatta giustizia". Sottolinea quindi di avere un lavoro, una moglie ("non sono ancora divorziato") e un figlio e quindi la possibilità, per legge, di avere l'affidamento ai servizi. Una chance determinata dal fatto che il cumulo di condanne divenute per ora definitive non supera i tre anni. Nel definire il conteggio la procura generale ha sommato la condanna a un anno e cinque mesi per tentata estorsione in relazione al caso dei presunti foto ricatti ai danni dei vip e poi 2 patteggiamenti 'rimediati' a Orvieto e Civitavecchia per spendita di denaro falso, sottraendo i mesi di carcere già scontati da Corona quando era esploso il 'ciclone Vallettopoli'. Per ora non resta che attendere la decisione. Più volte prima di entrare in aula Corona aveva ripetuto di non essere preoccupato, per poi però aggiungere che "quando ci sono di mezzo io le cose non vanno mai come devono andare". 

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