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Salsi: Beppe Grillo?
Maschilista come Silvio

Federica Salsi

Oltre allo scontro personale per la sua apparizione a "Ballarò", tra Federica Salsi e Beppe Grillo la rottura è anche politica. Alla consigliera comunale di Bologna, infatti, non è andato giù l'endorsement verso Antonio di Pietro: "Ma l'avete visto Report? Mi sento tradita. Ha sempre detto che non ci saremmo alleati con i partiti. Dopo il quadro che si è visto di Di Pietro, adesso lo propone come Presidente della Repubblica?", spiega la Salsi in un'intervista al sito 'Affari Italiani'. Tanto da chiedersi: "Era contaminata l'acqua dello Stretto di Messina? Se farà qualcosa con Di Pietro valuterò cosa fare".

"Beppe Grillo? Una delusione. Ha mostrato di essere vittima della cultura berlusconiana di questi anni. E' stato veramente sgradevole. Un maschilista come altri. Dare una connotazione negativa ad una qualità delle donne è roba da Medioevo. Veramente degradante". Dopo due giorni di silenzio, è arrivata la replica di Federica Salsi, consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle a Bologna, finita nel mirino di Beppe Grillo dopo la sua partecipazione a 'Ballaro'. "I talk show sono il vostro punto g", aveva affondato il comico-leader del Movimento, parole che hanno amareggiato profondamente la Salsi: "Non ha contestato il merito di quello che ho detto. Ha contestato me in quanto persona. Mi dispiace che non ci sia la volontà di un confronto alla pari", ha ribattuto la Salsi, in un'intervista a 'Affari Italiani', a firma di Antonio Amorosi, ex assessore della giunta Cofferati, al fianco della stessa Salsi in alcune battaglie politiche locali degli scorsi mesi. "Non c'é la possibilità di un confronto alla pari quando l'altro pensa di essere dieci gradini sopra", ha proseguito la consigliera comunale, aggiungendo: "Anche Grillo ha il suo punto G: i giornali".

"Le regole per le candidature del M5S alle politiche 2013 sono state calate dall'alto, decise dallo staff con un comunicato politico sul blog, in assenza di confronto con gli iscritti e di votazioni". Torna a puntare il dito sulla democrazia interna al Movimento il consigliere comunale ferrarese Valentino Tavolazzi, il primo espulso via blog da Beppe Grillo ma rimasto col cuore a 5 Stelle. Le nuove 'primarie' per scegliere i candidati al Parlamento fra i non eletti in comuni o regioni? Sono "un'operazione verticistica, che viola l'art.4 del Non Statuto e che ha escluso i tanti gruppi M5S sul territorio, gli attivisti non candidati e che pare non prevedere possibilità di condivisione e discussione. Non esistono, inoltre, garanzie di controllo e trasparenza sulle operazioni di voto e sui risultati elettorali, gestite dalla Casaleggio ed Associati, che non di rado ha censurato post o commenti nel blog e nel portale". Così, "in Parlamento andranno i nominati cinque stelle" magari non più attivi, bloccando "la candidatura a cittadini M5S, che pur dedicando tempo e impegno al progetto, per ragioni varie non hanno potuto o voluto candidarsi" e così, inoltre, "molti territori non potranno presentare liste M5S".

"Ora viene agitato l'alibi del ritardo - prosegue Tavolazzi - e si danno quattro giorni per accettare una candidatura al Parlamento, graziosamente offerta tramite mail personale a firma dello staff", mentre il non statuto "riconosce alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo". "Abbiamo creduto al progetto politico in cui 'uno vale uno' - ricorda - ed alle promesse di democrazia diretta del non statuto. Abbiamo atteso per anni un portale che consentisse di votare programma e candidati. Ci ritroviamo invece in un Movimento che, in nome di uno straordinario risultato elettorale, calpesta i più basilari principi democratici", "trascura qualsiasi progetto formativo" e "allontana le persone che si dimostrarono preziose nella costruzione del M5S quando aveva zero elettori, ma ora, raggiunti i numeri elettorali, diventano superflue per parlare alla pancia degli italiani". Il riferimento, esplicito, è anche ai due consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna bacchettati più volte dal blog - Andrea Defranceschi e Giovanni Favia ('sfiduciatò ma non espulso da Grillo) - e al nuovo bersaglio bolognese del fondatore del M5S, la consigliera comunale Federica Salsi 'rea' di essere andata a un talk show.

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