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Di Pietro deluso
scrive a Crozza

Antonio Di Pietro tira fuori le carte sulle sue proprietà immobiliari,le pubblica sul suo blog,attacca e querela i giornalisti di 'Report' che hanno riproposto vecchie questioni "avanzate dai giornali berlusconiani" e annuncia che combatterà "a viso aperto". Per farlo l'ex Pm si rivolge non ai politici ma a Maurizio Crozza che lo ha messo al centro delle sue più recenti e dure gag. "Ci sono occasioni in cui bisogna non arretrare di un millimetro. Non ci si piega ma si combatte a viso aperto, sapendo che presto o tardi la verità avrà la meglio", dice Di Pietro. L'ex Pm (che oggi ha cancellato tutti i suoi appuntamenti pubblici in Molise e si è ritirato a riflettere nella sua casa di Montenero di Bisaccia) usa la pubblica risposta a Crozza per spiegarsi e spiegare partendo da una osservazione: "Se persino una persona come te - scrive rivolto al comico - che a quelle logiche faziose non ha mai obbedito,contribuisce a divulgare, in perfetta buona fede, le bugie che sono state dette in questi giorni, è segno che la campagna di disinformazione e calunnia ha raggiunto davvero livelli molto allarmanti". "Sul mio conto, anzi sui miei conti, a te, come a milioni di altri italiani, sono state raccontate grandissime e sfacciate bugié" e "in Italia, come sai, non solo i politici rispondono agli interessi di fazione ma anche giornalisti,conduttori e persino uomini e donne di spettacolo si prestano spesso a operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno". Di Pietro scrive di aver "dimostrato, con le visure catastali, che un modesto appartamento diviso in due e da me regalato nel 2008 ai miei figli Anna e Toto, a Milano, è diventato nella campagna di calunnia '15 case'". Aggiubnge di aver messo a disposizione di chiunque i documenti che dimostrano come "in quell'agguato travestito da inchiesta siano state fatte passare per mie proprietà marciapiedi svincoli, strade di accesso e persino giardinetti pubblici". L'attacco è frontale,diretto,esplicito ma l'Idv ribolle. Leoluca Orlando parla di morte del partito e c'é chi chiede la testa di Massimo Donadi,il capogruppo in rotta con l'ex Pm che rinvia tutto alla riunione dei gruppi già prevista per martedi. "Prima di discutere delle dimissioni del capogruppo il partito deve affrontare ben altri temi",replica Donadi mentre la maretta interna trova nuovi ancoraggi. Il senatore Luigi Li Gotti spiega i movimenti interni che vedono il sindaco di Palermo come un possibile antagonista-successore di Di Pietro:'"Orlando mi ha mandato un messaggio invitandomi a lavorare insieme sulla base di quanto uscito dall'ufficio di presidenza. E' morto un certo modo di intendere il partito, serve un reclutamento diverso e l'allacciamento alla società civile. E' finito il vecchio modello dei partiti e ci apprestiamo a farne uno nuovo con regole diverse". E l'altro antagonista interno, Luigi De Magistris, invita Di Pietro a seguirlo, "armi e bagagli" nel nuovo partito arancione che il sindaco di Napoli sta organizzando in questi giorni. Antonio Borghesi,vice capogruppo alla Camera,risponde dicendo che l'invito a confluire va rivolto al partito e non al suo leader. Come dire che il partito non è né morto,ne frantumato in spezzoni. L'Idv non è all'ultima ora ma le lacerazioni sembrano ricomponibili con grande fatica anche se da parte dei fedelissimi,dopo tanti distinguo, scatta il richiamo dell'orgoglio e l'evocazione del "sistema dei poteri" unito nel liquidare il non allineato Di Pietro. Ancora Borghesi che paragona il partito ad una squadra di rugby. "invito tutti gli amici di Idv a placare l'attuale 'isteria da comunicato' e il conseguente fiume di accuse-difese che fanno solo il gioco di quella stampa che, ignorandoci da sempre, contava di annientarci. "Il nostro, invece, è un gioco nobile. Un gioco fatto di sostegno e avanzamento: bassi, tocco, pausa, ingaggio, come nel rugby. I tempi - conclude - sono ormai maturi per andare in meta. E il fango è gloria". Per ora però la meta sembra lontana e in campo c'é tanto fango.

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