Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Esodati, ragioneria:
copertura carente

 

Si riapre il nodo degli esodati nella legge di Stabilita. La Ragioneria avrebbe evidenziato una estensione della platea nell'emendamento dei relatori che renderebbe carente la copertura. Il confronto è aperto con la volonta di trovare una soluzione. Tra le ipotesi una maggiore stretta sull'indice di rivalutazione di pensioni ricche.
I relatori hanno ieri depositato l'emendamento che include nella platea dei lavoratori da salvaguardare come 'esodati' anche "i lavoratori licenziati, entro il 31 dicembre 2011, anche in conseguenza di fallimento o di altra procedura concorsuale nonché di cessazione dell'attività dell'impresa, purché privi di occupazione, che maturino il diritto a pensione sulla base delle previgenti regole entro i successivi 24 mesi". Le risorse individuate, invece, poggiano su un meccanismo di "autocopertura" - cioé di utilizzo delle risorse già stanziate - considerando di scontare dal computo degli esodati i periodi di "non lavoro" coperti finanziarimente grazie agli scivoli economici presi dal lavoratori come buonuscita dall'impiego. A settembre - come una sorta di clausola di salvaguardia - è prevista nell'emendmento la possibilità, se le risorse non saranno sufficienti, di rivedere in maniera restrittiva "l'indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato". Stamattina la ragioneria avrebbe evidenziato che la copertura, vista l'estensione della platea, non è più sufficiente. Sul tavolo del confronto ci sarebbe quindi un sub-emendamento del governo che proporrebbe l'utilizzo della stretta sulle pensioni più alte non più come clausola di salvaguardia ma come copertura tout court da subito. Su questo tema il confronto sarebbe però ancora aperto anche se l'obiettivo è quello di arrivare concretamente ad una soluzione il prima possibile.

Nuovo intoppo per l'emendamento che doveva estendere la salvaguardia prevista per gli esodati. La Ragioneria dello Stato, alla quale spetta il compito di mettere il bollino alle proposte, ha evidenziato un ampliamento della platea dei soggetti che rende insufficiente la copertura prevista. Il nodo ha impegnato i relatori e il governo per gran parte della giornata domenicale. E in Parlamento a seguire la vicenda é arrivato di corsa il vice-ministro al Lavoro Michel Martone. 

La soluzione ancora non c'é anche se i relatori minimizzano il problema. "Il problema non c'é. Lei ha parlato con la ragioneria?" ha chiesto Brunetta ribattendo ad un giornalista che gli chiedeva chiarimenti. Proprio i relatori avevano depositato l'emendamento che includeva, nella platea dei lavoratori "esodati" anche quelli licenziati, entro il 31 dicembre 2011, a causa del fallimento o di un altra "procedura concorsuale" dell'impresa, magari dovuta alla crisi economica. Le risorse non erano però mutate prevedendo un meccanismo di autocopertura, cioé di utilizzo delle risorse già stanziate. Si puntava però a risparmiare risorse facendo scontare dal computo degli esodati i periodi di "non lavoro" coperti finanziariamente grazie alle buonuscite. In pratica, se si è andati via dal lavoro contando su uno scivolo economico di due anni i benefici per gli esodati scatterebbero solo dopo questo periodo. A garanzia, di eventuali sforamenti, era comunque previsto che prevista la possibilità di coprire il 'buco' con un inasprimento dell' indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato.
 Come dire, facendo pagare alle pensioni ricche. La Ragioneria ha però evidenziato l'insufficienza delle risorse. Sono così cominciate le trattative, andate avanti tutto il giorno, sull'ipotesi di estendere da subito la "stretta" sulle pensioni ricche, oppure per defalcare i "nuovi" esodati dalla platea prevista. "Ci vuole ancora tempo", si è fatto scappare il vice ministro Martone mentre l'opposizione e i sindacati hanno aumentato il tono delle critiche. Il leader Idv, Antonio di Pietro ha definito l'emendamento una "bufala gigantesca a fini elettorali" mentre il segretario della Lega Nord Roberto Maroni l' "ultima presa dei fondelli". Anche la Cgil ha chiesto al Parlamento di risolvere il problema senza ridurre la platea degli aventi diritto. Un tema che anche per la maggioranza, come ricorda il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, si tratta di una "questione cruciale". E, sia i relatori sia il governo, lo sanno.

Caricamento commenti

Commenta la notizia