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Bernabè: serve
una nuova Internet

FRANCO BERNABE'
"LIBERTA' VIGILATA"
(EDITORI LATERZA, 153 PP, 12 EURO)

Internet, così come è oggi, non regge più. La privacy è a rischio, la sicurezza è limitata, la governance è sbilanciata a vantaggio degli Usa, i grandi operatori della rete conquistano sempre più potere senza doversi accollare i costi delle infrastrutture, mentre gli operatori di tlc sono costretti a investimenti miliardari. Per tutte queste ragioni, secondo il presidente esecutivo di Telecom Italia, Francò Bernabé, occorre dare vita a una seconda Internet accanto a quella attuale, ripensata per affrontare le sfide di oggi e di domani. 

Sono temi ormai centrali nel mondo delle telecomunicazioni quelli affrontati nel saggio "Liberta' vigilata". Il manager, ormai di lungo corso nel settore tlc, fornisce la sua ricetta. Gli Stati Uniti, secondo Bernabé, hanno tutto l'interesse a mantenere immutato l'attuale ordine, perché i grandi Over the top, cioé i soggetti che operano 'sopra la rete' come Google o Facebook, hanno le loro sede dall'altra parte dell'Oceano, dove possono godere di regole meno stringenti dal punto di vista della privacy. 

Occorre allora coinvolgere nella governance gli Stati-nazione interessati anche attraverso accordi internazionali e dare peso all'autoregolamentazione tra i principali attori del settore. La nuova rete, spiega il numero uno di Telecom, consentirebbe agli utenti di mantenere il controllo sui loro dati e alle imprese di contemplare modelli economici alternativi e più flessibili rispetto a quelli attuali. I consumatori ne trarrebbero un vantaggio dal punto di vista della tutela della privacy, attualmente minacciata da aziende come Google, Facebook, Twitter, eBay e Skype, che continuano a macinare utili grazie alle informazioni detenute e capitalizzano il doppio rispetto alle società di tlc. Per questo Bernabé chiede più vincoli per tali soggetti e un alleggerimento delle imposizioni per le telco, in modo da garantire un'apertura del mercato. Altro punto dolente è quello della sicurezza. Il manager, dati alla mano, lancia l'allarme sui rischi che le aziende devono metter in conto. Telecom Italia ha osservato nei primi mesi del 2012 una crescita del 376% degli attacchi informatici alla rete, mentre sono a due cifre gli incrementi di intrusioni non autorizzate a pc e a smartphone. Una nuova rete consentirebbe, da un lato, a utenti e operatori di agire in un ambiente meno vulnerabile e, dall'altro, una ripartizione più equa dei costi tra i soggetti interessati. Le società di tlc, in una fase di contrazione dei ricavi da servizi tradizionali, devono programmare investimenti di fronte ad una crescita annua del traffico Internet del 40 per cento. L'Ue prevede una spesa di 270 miliardi entro il 2020, quando gli utenti connessi alla rete saranno 5 miliardi. Le cifre, spiega Bernabé, impongono una riflessione: dopo una fase di deregulation che ha garantito lo sviluppo, è arrivato il momento di cambiare.

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