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Sposa per forza
18enne si spara

Di Nasreen si sa poco, solo che aveva 18 anni e che ha scelto la morte piuttosto che una vita di soprusi. Il suo caso è solo l'ultimo di una lunga scia di giovani che cercano di ribellarsi, seppure con la morte. Secondo gli organismi umanitari che operano in Afghanistan, sta infatti aumentando nel Paese il numero di ragazze che decidono con un gesto estremo di mettere fine a vessazioni famigliari o a matrimoni indesiderati. La storia di Nasreen ricorda un'altra tragedia, avvenuta solo due giorni fa sempre nella provincia di Kunduz, dove nonostante la caduta del regime talebano nel 2001 la violenza estrema contro le donne è ancora all'ordine del giorno: un'adolescente di 14 anni, Gisa, è stata decapitata senza pietà per essersi rifiutata - come Nasreeb - di sposarsi. Due uomini, identificati dalla polizia solo come Sadeq e Massoud, sono stati arrestati per l'assassinio della ragazza. Secondo i media afghani, i due sarebbero parenti stretti della famiglia ed entrambi volevano sposare Gisa, ma sia la giovane che il padre avevano ripetutamente respinto le loro proposte. I due l'avrebbero aggredita mentre tornava a casa, dopo essere andata al pozzo per prendere l'acqua. Il suo corpo è stato trovato in un campo nel distretto di Imam Sahib. Dal 2009, grazie all'entrata in vigore della legge sull'Eliminazione della violenza contro le donne, l'Afghanistan vieta i matrimoni di adolescenti, così come i matrimoni forzati, la pratica di 'regalare' una ragazza per risolvere una disputa e altri atti di violenza. Ma per molte la realtà non è cambiata. Secondo la Commissione afghana per i diritti umani in 12 mesi fino a marzo 2011, sono stati registrati oltre 2.000 atti di violenza, ma il dato reale è molto più alto perché la maggior parte dei casi non viene denunciata. (ANSA).

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