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Carbonio misterioso
scoperto su Marte

La grande attesa dell’annuncio dell’esistenza di una possibile vita su Marte dovrà ancora attendere: le voci che nei giorni scorsi si erano ricorse su giornali e blog sono rimaste deluse, ma al di là delle aspettative più fantasiose qualcosa alla fine c’è. 

Gli strumenti del robot laboratorio Curiosity hanno scoperto sicure tracce di molecole inorganiche, come composti a base di acqua, cloro e zolfo, ma resta un alone di incertezza attorno alla scoperta di molecole a base di carbonio, idrocarburi clorinati che potrebbero avere un’origine organica, ma che potrebbero anche non averla. 

Finora ''non c’è certezza assoluta'' che siano stati individuati materiali organici, ''ma continueremo a cercare in diversi ambienti del cratere Gale'', ha dichiarato il responsabile di uno degli strumenti del robot laboratorio Curiosity della Nasa, Paul Paul Mahaffy.

Per gli esperti della Nasa queste prime analisi del suolo marziano sono considerate una prova generale delle capacità degli strumenti di Curiosity di analizzare qualsiasi tipo di suolo e roccia: un lavoro che il robot dovrà eseguire ripetutamente nei prossimi due anni. Ad analizzare i primi campioni di suolo marziano sono stati gli strumenti Sam (Sample Analysis at Mars ) e CheMin (Chemistry and Mineralogy) instrument. Sono in grado di analizzare e riconoscere composti di qualsiasi tipo, compresi quelli organici a base di carbonio, considerati la principale spia della presenza di vita.

I campioni di suolo appena studiati provengono da una zona sabbiosa chiamata Rocknest, che si tova in una zona relativamente pianeggiante del cratere e ancora lontana dall’area nella quale si concentrerà il lavoro di Curiosity, il misterioso Monte Sharp che si trova al centro del cratere e che potrebbe essere un deposito di materiale sedimentario, una sorta di archivio della storia geologica, e forse, biologica, marziana. A stupire i ricercatori è anche la varietà di colori, dimensioni e forme dei cristalli analizzati. Molti elementi sono simili a quelli finora scoperti da altre missioni della Nasa su Marte, come quelle dei rover Spiriti e Opportunity.

I composti finora individuati, ma la cui origine è tutta da chiarire, sono idrocarburi clorinati, ossia composti a base di carbonio che hanno reagito con il cloro. ‘’La loro origine può essere biologica, ma potrebbe anche non esserlo’’, ha detto Ernesto Di Mauro, del dipartimento di enetica e Biologia molecolare dell’università Sapienza di Roma. ''Composti di questo tipo - ha aggiunto - si possono trovare anche nelle meteoriti cosi’ come nei depositi di polvere interstellare''. 

Che siano composti di carbonio legati alla vita o meno, ha osservato l’esperto, ''la loro scoperta è interessante perchè significa che su Marte c’è una chimica del carbonio che si è sviluppata nel tempo e che si è conservata’’. Per il responsabile scientifico di Curiosity, John Grotzinger, è necessaria ancora ‘’una grande dosi di pazienza. Non sappiamo con certezza se i composti a base di carbonio hanno effettivamente origine su Marte’’.

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