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Uccisi in un raid
anche i 35 ostaggi

Trentacinque ostaggi stranieri detenuti nel sito petrolifero di In Amenas in Algeria e 15 sequestratori, tra cui uno dei loro leader Abou Al Bara, sarebbero stati uccisi. Lo riferisce Al Jazeera. Gli ostaggi e i sequestratori sarebbero stati uccisi durante un raid di elicotteri dell'esercito algerino. Lo riferisce l'emittente qatariota Al Jazeera. Il Foreign Office conferma che un’operazione militare e’ in corso presso l’impianto nell’est dell’Algeria dove cittadini stranieri sono stati uccisi ed altri sono tenuti in ostaggio.

Secondo una fonte citata dal sito Tsa, Knaoudi Sidi, un notabile locale, l'esercito algerino avrebbe preso il controllo del campo petrolifero, dopo che i sequestratori avevano tentato di allontanarsi con parte degli ostaggi.

Il primo ministro David Cameron presiederà questo pomeriggio una riunione di emergenza, con ministri e responsabili della sicurezza, sulla vicenda degli ostaggi in Algeria. Già questa mattina Cameron aveva convocato il cosiddetto 'Comitato Cobra' sulle situazioni di emergenza. Il primo ministro britannico ha ribadito di essere in continuo contatto con le autorità algerine.

"In Algeria la situazione è drammatica": lo ha detto il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, spiegando che le informazioni che arrivano dal Paese "sono ancora contraddittorie"

Secondo fonti del gruppo terroristico che controlla il sito petrolifero di In Amenas, citate dall'Ani, un gruppo di miliziani e di ostaggi sarebbero stati uccisi mentre, a bordo di un bus, cercava di forzare l'assedio delle forze algerine. L'automezzo - usato da una delle compagnie del sito per il trasporto del personale - sarebbe stato centrato da colpi sparati da elicotteri algerini.

"La situazione è molto pericolosa, l'esercito algerino deve ritirarsi e avviare negoziati che potrebbero evitare perdite di vite umane". E' questo l'appello di tre ostaggi stranieri in mano a terroristi islamici da ieri mattina nel sito petrolifero di In Amenas. Parlando al telefono alla tv Al Jazeera, i tre - un britannico, un irlandese e un giapponese che sarebbe ferito - hanno rilanciato la stessa richiesta avanzata da uno dei sequestratori che si è presentato come Abu Al Bara: l'esercito abbandoni la zona.

"Non darò alcuna precisazione sul numero di nostri compatrioti che potrebbero essere prigionieri". Lo ha affermato il presidente francese, Francois Hollande, parlando del sequestro in corso in un sito petrolifero nell'Algeria orientale. La Francia è "in contatto permanente con le autorità algerine", ha aggiunto, sottolineando che la situazione sul posto è "confusa".

 Lieve calo per i flussi di gas dall'Algeria all'Italia a seguito degli attentati terroristici che hanno colpito il Paese. "C'é stata una lieve flessione dei flussi questa mattina dall'Algeria sul gasdotto Transmed", ha spiegato un portavoce di Snam: "I volumi normali sono di 70-75 milioni di metri cubi al giorno, adesso siamo intorno a 60-65 milioni", con un calo quindi di circa 10 milioni.

Al Bara ha ribadito che gli ostaggi stranieri erano 41, ma poche ore dopo la tv algerina ha riferito che stamani in 15 sono riusciti a fuggire, tra cui una coppia di francesi. Intanto non c'é ancora alcuna conferma ufficiale, da parte delle autorità algerine, della notizia secondo la quale ieri sera unità dell'esercito abbiano attaccato il campo per liberare gli ostaggi. A darne conto era stato un comunicato fatto giungere a fonti di stampa mauritane ed a firma della brigata di "coloro che firmano con il sangue", che ieri hanno rivendicato l'assalto per "vendetta" contro la concessione dello spazio aereo algerino ai Rafale francesi diretti in Mali. Secondo il comunicato, l'attacco sarebbe stato respinto.

Nel sito di BP, Statoil e Sonatrach, restano anche decine di lavoratori algerini della società francese CIS Catering, liberi di muoversi all'interno del campo ma non di uscirne. Bloccati in 250 ieri durante il blitz, un centinaio erano stati liberati in giornata, mentre 30 sono riusciti a fuggire stamani. Uno dei sequestratori "ha tratti somatici occidentali e non parla bene l'arabo", ha raccontato ad Al Jazeera un algerino rilasciato ieri, Abdallah. Gli altri membri del commando, ha aggiunto l'ex ostaggio, sono "tunisini, egiziani e algerini". Abu al Bara ha riferito che gli ostaggi provengono da una decina di Paesi: Norvegia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Romania, Colombia, Thailandia, Filippine, Irlanda, Giappone e Germania. Ma ci sarebbero anche sudcoreani e austriaci.

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