Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Pm Roma, rapporti
sessuali in ufficio
con 6 trans

Sesso in cambio di tutto. Non solo in cambio di rivelazioni di notizie su procedimenti giudiziari, o per permessi di soggiorno di giustizia. Ma rapporti sessuali anche in cambio di un interessamento per far ottenere la scarcerazione di un noto capo clan della capitale. C'é anche questo episodio tra le accuse, pesantissime, che hanno portato ieri in carcere Roberto Staffa, il pm di Roma accusato di concussione, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta della magistratura di Perugia. Ieri notte Staffa ha affrontato la sua prima notte da detenuto. Una notte tranquilla, sembra, in una cella singola del carcere di Perugia in attesa dell'interrogatorio di garanzia di domani. Un interrogatorio che si avvarrà dei molti documenti acquisiti dai magistrati di Perugia. Le accuse sono quelle di aver chiesto favori sessuali a trans e donne in cambio di favori. Rapporti che avvenivano all'interno del suo ufficio, al quarto piano della palazzina B della cittadella giudiziaria di Roma. Secondo quanto accertato dagli inquirenti perugini, sono in totale sei i transessuali che il pm avrebbe indotto "indebitamente" ad avere rapporti sessuali con lui. Per chi indaga si tratta di stranieri non in regola con le norme di soggiorno e alcuni coinvolti nel mondo della prostituzione. Per due di loro Staffa è accusato di avere dato parere favorevole alla scarcerazione, ma anche di avere chiesto o promesso il rilascio di un permesso temporaneo di soggiorno per motivi di giustizia in relazione alle dichiarazioni rese nei procedimenti assegnati allo stesso pm. Nel provvedimento d'arresto firmato dal gip Carla Giangaboni, si fa riferimento ad una serie di episodi in cui il magistrato di origini napoletane si sarebbe adoperato per verificare, attraverso il registro generale delle notizie di reato, alcune indagini coperte dal segreto istruttorio. L'attività illecita del pm non si fermava solo a questo. Il gip umbro descrive nel capo di imputazione anche il caso di incontri con una donna, legata sentimentalmente ad un noto capo clan romano, per ottenere la scarcerazione. Nella richiesta di arresto si legge che al fine di garantire il proprio interessamento sulla scarcerazione, Staffa "in due distinte occasioni riceveva prestazioni sessuali" da una donna e comunque si adoperava "per farle ottenere nel frattempo un colloquio" con il detenuto "dando parere favorevole alla sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quello degli arresti domiciliari". Nello stesso ambito, è detto nel capo di accusa, Staffa, "utilizzando le proprie credenziali di accesso (Id e Password), ma violando le condizioni ed i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite per l'accesso al sistema Rege (registro generale delle notizie di reato ndr), abusivamente si introduceva nel sistema effettuando una ricerca sulla persona del capo clan" mostrando alla donna con quale ha avuto rapporti sessuali "la schermata relativa ai risultati della ricerca notizie relative ai carichi pendenti". "Con l'aggravante - proseguono gli inquirenti umbri - del fatto commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri ". Il pm, infine, si spinse ad annunciare ad un trans, accusato di induzione alla prostituzione, una imminente perquisizione nella propria abitazione. (ANSA)

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia