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Crocetta estromette
altre 4 imprese

palazzo d'orleans

La propulsione al massimo dei motori è tutta nel decollo, una volta... in quota è fatta. E il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta in questa fase sente il dovere di spingere al massimo, di non farsi frenare da critiche e chiacchiere non disinteressate. Andrà avanti nell’azione energica di pulizia in alcuni settori dell’amministrazione e nella rotazione dei funzionari. Peraltro ogni giorno è una scoperta di cose che non vanno. Dopo l’immediata revoca dell’appalto a una ditta incaricata della sicurezza sulle autostrade gestite dal Cas, perché inserita in un’informativa antimafia, ecco che altri provvedimenti si annunciano: «In settimana altre quattro imprese che lavorano con la Regione saranno messe alla porta. Qua non c’è trippa per gatti, non vogliamo nessuna azienda collusa con la mafia». Mugugnano i sindacati, chiedono tavoli di concertazione e ritengono che il governatore spari nel mucchio finendo così con il colpevolizzare tutti; qualcuno lo invita a fare i nomi di quelli sospettati di prender soldi per oliare le pratiche. Crocetta sembra aver preferito e ormai opportunamente intrapreso la strada degli interventi radicali. I soli che hanno buone probabilità di rivelarsi efficaci.

 

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