Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il tentato omicidio
vigilantes, arrestato
il terzo complice

 Il quadro adesso dovrebbe essere chiaro. Il gruppo di fuoco incaricato, lo scorso 10 febbraio della missione di morte nei confronti del vigilantes spadaforese, Francesco Giorgianni, sarebbe stato composto da quattro persone: uno, Domenico Santapaola è stato freddato sul luogo dell’agguato, gli altri tre sono stati arrestati nel giro di un paio di mesi dai carabinieri. Lo scorso luglio erano finiti a Gazzi Rosario Verdura, 32 anni di Venetico e Antonino Cardia, 30 anni di Torregrotta, ieri, a distanza di sei mesi, è stato individuato e arrestato il terzo responsabile per il tentato omicidio di Spadafora. Destinatario di un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip di Messina, è stato Lorenzo Di Blasi, 21 anni di Messina. Ad eseguire il provvedimento i carabinieri del Comando Provinciale di Messina, ed in particolare quelli del Nucleo Investigativo, al termine di serrate e indagini. Pesante l’accusa che viene contestata a Di Blasi: concorso in tentato omicidio. Un arresto che per gli inquirenti rappresenterebbe l’ultimo atto di una attività senza sosta condotta dalla sera dell’agguato per fare chiarezza su un’azione eclatante avvenuta nel centro di Spadafora. Ricordiamo i fatti. Erano da poco passate le 20 del 10 febbraio 2012, quando nella via Acquavena una traversa della Nazionale, caratterizzata dalla presenza di molte abitazioni, alcune persone tentarono di uccidere la guardia particolare giurata Francesco Giorgianni che si trovava in compagnia del fratello Davide e si apprestava a rientrate a casa. L’azio - ne criminosa fallì perché il vigilantes avendo con se la pistola in dotazione, rispose al fuoco dei killer colpendo a morte Domenico Santapaola. Un epilogo inatteso per il commando che si diede alla fuga facendo perdere le proprie tracce. I carabinieri del Nucleo Investigativo, della stazione di Spadafora e della Compagnia di Milazzo, attraverso complessi e prolungati accertamenti, sono riusciti a risalire all’identità di due dei presunti attentatori, nei confronti dei quali la Procura della Repubblica di Messina, aveva emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto. E così a luglio sono finiti in manette Verdura e Cardia. Sarebbe stato proprio quest’ultimo – secondo l’attività investigativa degli inquirenti – a portare quella sera il gruppo di fuoco con la propria auto sino al luogo del delitto. Lì Verdura e Santapaola, unitamente ad altro soggetto, sarebbero scesi dal mezzo per poi dirigersi, allo scopo di ucciderle, verso le due vittime designate, esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco all’indirizzo di entrambi. L’agguato omicida, tuttavia, non aveva sortito gli effetti sperati per quella inattesa reazione. Il proseguo delle indagini, condotte dai Carabinieri con il rilevante e qualificato supporto del R.I.S. (Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche) di Messina, ha consentito di individuare ulteriori elementi da cui sarebbero emersi inconfutabili elementi di responsabilità nei confronti di Lorenzo Di Blasi. Secondo quanto accertato dagli investigatori, ed in particolare dai carabinieri del RIS di Messina, che hanno estrapolato reperti biologici riconducibili all’arrestato, quest’ultimo si sarebbe trovato a bordo dell’autovettura condotta da Cardia, sulla quale viaggiavano altresì Verdura e Santapaola, i quali avrebbero esploso dei colpi di arma da fuoco nei confronti dei fratelli Giorgianni. Individuati gli autori resta da confermare il movente. Secondo la tesi investigativa più accreditata Santapaola doveva uccidere o "avvertire" Davide Giorgianni perché ritenuto responsabile di un incidente mortale avvenuto alcuni mesi prima sulla A20 Messina-Palermo, dove morirono una donna e il suo bambino di 16 mesi. Giova aggiungere altresì che nel dicembre scorso la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Salvatore Silvestro nell’interesse di Verdura e Cardia, ha deciso l'annullamento con rinvio del provvedimento del Tribunale del Riesame di Messina che aveva confermato le accuse a loro carico, per tentato omicidio, come partecipanti alla spedizione punitiva in danno dei fratelli Giorgianni e quindi si attende un nuovo pronunciamento da parte del Riesame peloritano sulla posizione dei due indagati.

Caricamento commenti

Commenta la notizia