Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Dissequestrati i beni
di Rosario Cattafi,
boss barcellonese

Sono stati  interamente restituiti i beni sequestrati due anni fa   all’avvocato Rosario Pio Cattafi, ritenuto il boss di Cosa Nostra barcellonese e  vicino al padrino catanese Nitto Santapaola. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale, accogliendo l’istanza dell’avvocato Giuseppe Carrabba, ha disposto il dissequestro di appartamenti, magazzini e terreni distribuiti fra Barcellona ed Oliveri, della società Di Beca,   diverse autovetture, una motocicletta, alcuni conti correnti e cassette di sicurezza. Beni dei quali Cattafi in questi mesi, dopo il suo arresto scattato nell’operazione Gotha 3 del giugno scorso,  ha potuto dimostrarne la provenienza lecita. Cattafi aveva già subito ben due sequestri di beni. Il primo il 21 marzo del 2011 per un ammontare di 7 milioni di euro ed il secondo quindici giorni dopo per circa due milioni e mezzo.  A mettere sotto chiave l’ingente patrimonio era stato il Gico della Guardia di Finanza che aveva eseguito un provvedimento firmato dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina su richiesta del sostituto della Dda Vito Di Giorgio.

L’accertamento patrimoniale era scattato a seguito dalla sproporzione tra i redditi dichiarati dall’avv. Cattafi e dal figlio Alessandro ed i beni posseduti. Ad attirare poi l’attenzione degl’inquirenti la realizzazione del Parco commerciale in contrada Siena a Barcellona da parte della Di.Be.Ca. sas e che - secondo la Dda – doveva servire al riciclaggio di denaro proveniente da altre attività. La società nel 2005 aveva acquisito un terreno agricolo di 18 ettari di un’opera pia salesiana per 619.800 euro, cedendolo poi all’impresa milanese Gdm che ottiene le autorizzazioni per la realizzazione del Parco commerciale e che nel maggio 2008 rinuncia però alla realizzazione dell’opera. A questo punto gli subentra la Di.Be.Ca. Cattafi non ha condanne alle spalle ma è stato coinvolto in alcune inchieste antimafia e ha scontato tra il 2000 e 2005 una misura di prevenzione personale definitiva con l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Alcuni collaboratori di giustizia barcellonesi e catanesi lo hanno indicato come il padrino indiscusso della mafia del Longano. 

Caricamento commenti

Commenta la notizia